La R.U.N.A. “Luciano Marni” e la sua fervida attività
Innamorati del volo – Le schiere si infittiscono – Corsi di pilotaggio e prove di aeromodellismo – Gioia e poesia del volo – 25 nuovi aquilotti – Il volo a vela – Sempre più alto, e sempre più lontano

La sezione goriziana della R.U.N.A. ha soltanto sei anni di vita.

La fondarono infatti nel 1934 pochi innamorati del volo che la battezzarono al nome glorioso di Luciano Marni, un soldato dell’aria cormonese caduto lungo le scie dei cieli libici.

Trenta soci soltanto sorretti dalla passione e dalla fede fecero loro il monito del Duce che, primo aviatore d’Italia, addito’ ai giovani le vie sempre più precipiti del cielo, palestra imbattibile di ardimenti e di eroismi.

Anche e soprattutto per questa ragione la R.U.N.A. locale, trovato un terreno fecondo, potè rapidamente prosperare, infittire le schiere dei suoi soci, esplicare un’attività di un forte numero di elementi attraverso corsi di pilotaggio, l’ultimo dei quali è in atto con dieci frequentanti, contribuire con numerosi elementi raccolti intorno al suo gagliardetto azzurro a quelle prove di aeromodellismo della cui pratica utilità si è più volte detto anche da noi, specie nei giornali e nelle riviste tecniche.

Di anno in anno intanto, i soci andavano continuamente aumentando fino a formare i primi manipoli

Sotto la presidenza del camerata Gallabresi prima e del prof. Luigi Sussi poi, per l’attività veramente instancabile del segretario, calerata Costantini, che è al suo posto fin dalla fondazione, il sodalizio suddiviso in sezioni potè allineare sul campo di aviazione di Merna il suo primo nucleo di apparecchi, coi quali non pochi poterono assaporare la gioia, la poesia, l’utilità del volo

Costituita subito dopo su larghe basi una sezione anziani e una allievi (quest’ultima consta oggi di sessanta elementi), si comincio’ a pensare ad un corso di pilotaggio, che nella primavera del 1935 fu organizzato per la prima volta con la collaborazione della sezione prov. della R.U.N.A. di Udine.

Esso si concluse con ottimi risultati perchè dieci nuovi piloti superarono le prove. Segui’ all’inizio del 1936 l’organizzazione di un corso di aeromodellismo, al quale presto’ la sua collaborazione il comando federale della Gil. Trenta allievi vi parteciparono che, poco dopo, dovevano ottenere soddisfacenti risultati nel campo di queste costruzioni, partecipando a gare nazionali e provinciali, qualcuna delle quali organizzata dalla stessa R.U.N.A. goriziana.

Si era nel 1937 quando tre elementi locali della sezione aeromodellismo, ora diretta dal camerata ing. Marcello Baldocchi e che ha per maestro Umberto Marchiori, poterono partecipare al concorso nazionale di Roma.

In un periodo immediatamente successivo si penso’ anche di costituire una sezione di volo a vela e fu lo stesso ing. Baldocchi che nella sua officina fece costruire il primo apparecchio di volo a vela del tipo Cantu’, mentre dal canto suo la sezione ne commissionava degli altri dello stesso tipo alle officine dell’istituto prov. dei sordomuti, onde dare lo sviluppo massimo anche a questo importante settore del volo.

Di anno in anno intanto, per la fervida alacre tenacia dei dirigenti oltrechè per l’amore dei giovani, il sodalizio allarga il suo raggio di azione, moltiplica le iniziative, rinforza la sua squadriglia formata di buoni apparecchi e che è presentemente formata di 5 velivoli: due ca….100, 3 A.S.I., un Ro5 ed un Tignola, quest’ultimo di proprietà personale di un socio attivissimo, il camerata Aldo Tacchini…….

Intanto, essendosi decuplicato il numero dei soci, si pensa alla necessità di organizzare altri due corsi di pilotaggio dai quali escono piloti altri 25 giovani; mentre sui campi di aviazione, sempre a cura della R.U.N.A., trovano modo di compiere gli allenamenti annuali una ventina di piloti della riserva.

Anche nel campo dell’aeromodellismo ognuno ha potuto agevolmente vedere specie attraverso la mostra prov. organizzata con ogni cura l’anno scorso, i progressi e le mete raggiunte dagli allievi che affluiscono sempre più numerosi.

Cosi’, malgrado il tempo breve, si è lavorato seriamente per incrementare la passione del volo e per portare un tangibile contributo, onde accrescere il numero degli aquilotti, ai quali è demandato il compito di portare lungo le scie di tutti i cieli, la vittoriosa ala della Patria.

A questa alta meta, la R.U.N.A. goriziana è orgogliosa di aver portato il suo concreto contributo. Va aggiunto a questo proposito che essa ha trovato nel comandante l’aeroporto “Egidio Grego”, colonnello Grandinetti e nei suoi ufficiali dei collaboratori instancabili.

E questa è la non ultima ragione per la quale il volare anche da noi è divenuto un incentivo a nobili imprese e a quello spirito di emulazione che nobilita ogni passione.

Ispirandosi a questo concetto, la R.U.N.A. goriziana ha fatto dell’arte del volo un motivo di bellezza e di poesia, oltrechè di potenza ed ha camminato costruendo ed incitando.

Basterà guardare le sue ore di volo per convincersene compiutamente: 150 nel 1937; 170 nel 1938; oltre 200 nel 1939; mentre in questi primi 2 mesi e mezzo del 1940 già si è volato per più di sessanta ore.

Oltre il corso di pilotaggio in atto infatti vi sono dei soci instancabili, come Basilio, che è pilota dal 1935, Grandinetti, Tacchini, Tortorici, De Negri.

Presso la sede del sodalizio, dove trova anche posto la sezione delle famiglie dei Caduti dell’Aeronautica, è a disposizione dei soci una ricca biblioteca di carattere tecnico.

Questo per sommi capi il bilancio affrettato del sodalizio dell’aria goriziano che porta ogni anno al battesimo del volo un forte numero di giovani, che li incita alla conquista delle piste azzurre, che li agguerrisce ai maggiori cimenti, conscia di assolvere una missione, con fede e passione degne dell’italiano nuovo.

Essendo quindi in linea, essa è fiera di contribuire alla maggiore potenza dell’ala fascista che, lanciata sulle vie precipiti dell’aria, verso tutti gli ardimenti, verso tutti i primati, accende nel cielo contro il sole un motto risplendente come una bandiera: “Sempre più alto, sempre più lontano”.

In visita alla R.U.N.A. di Gorizia

Voli e acrobazie di intrepidi aquilotti

Gorizia, marzo

Vigile e sereni custodi dei cieli della patria, gli aquilotti del nostro aeroporto non amano soffermarsi troppo sul passato glorioso, ma, temprati alla scuola del coraggio e dell’ardimento, puntano decisi all’avvenire; e al vanto preferiscono la preparazione a nuove conquiste, perché l’ala fascista voli sempre più potente e sempre più in alto.

Lo stormo “Gamba di ferro”

Sabato nel pomeriggio, durante una breve visita all’attività addestrativa della R.U.N.A. , abbiamo avuto occasione di avvicinare un gruppo di questi valorosi nell’accogliente campo di via Trieste. Camerati dai petti costellati di azzurre distinzioni al valore; cavalieri alati che la cittadinanza ama e ammira per l’impeto di generosità che accompagna ogni loro impresa.

E’ questo di via Trieste un superbo nido di aquilotti, ben conosciuti anche all’estero. Famosissime sono le squadriglie di alta acrobazia del 4° Stormo da caccia, protagoniste di mirabili conquiste aeree, che quotidianamente si dipartono in volo per ardui cimenti addestrativi; le comanda un ufficiale, ardito aviatore, che, ai tratti di una prestanza fisica spiccatissima, alla ferrea volontà e alla fresca giovialità dello spirito, unisce la chiara e cameratesca parola maturata dall’esperienza.

Non vi sono, infatti, conquiste vittoriose nelle vie del cielo che non portino l’impronta personalissima delle squadriglie dello stormo goriziano “Gamba di ferro”, dal nome glorioso della medaglia d’oro Botto; basta citarne una sola, perché i nomi amati si indorino nella luce di un cantico glorioso. Volti di giovani eroi, doppiamente vittoriosi delle guerre di Africa e di Spagna; anziani, sempre primi nell’ardimento, che nella luminosa scia hanno trascinato i primi, con certezza di continuità per quest’ala fascista che vola sicura e temuta per le azzurre strade del mondo.

I severi allenamenti

Al campo, gli allenamenti sono severi, come severo è il costume della vita. Nel clima permeato di fede e di passione eroica, i giovanissimi allievi della scuola della R.U.N.A. di Gorizia crescono e maturano la loro passione aviatoria abbeverandosi alla fonte di una perenne giovinezza. Già 15 piloti civili ha licenziato la scuola goriziana nei due precedenti corsi. Ora siamo all’inizio del terzo corso promosso dalla R.U.N.A., che ha raccolto …………….

L’attività della scuola, che risente fortemente della affettuosa benevolenza del comandante dell’aeroporto e del vigile interessamento dei piloti e del personale del campo, è encomiabile. Sotto l’esperta guida del camerata cav. Albino Cagliari (due medaglie d’argento, una di bronzo e oltre duemilacinquecento ore di volo delle quali più di mille in operazioni guerresche), gli allievi si coltivano nella conoscenza degli elementi indispensabili per un buon pilota al servizio della patria; oggi in abito borghese, domani potranno far parte dell’Armata azzurra e vestire con bravura i distintivi nobilitari della R. Aeronautica.

Si intrecciano i conversari. Si discute di addestramenti e di motori: “gran volta”, “volta imperiale”, “picchiata”, “vite orizzontale” sono i termini del tema, e la nostra fantasia sorpresa dalla discussione tecnica ci porta a prendere familiarità con le ali gloriose.

Un’attività complessa

La giornata è tranquilla e propizia ai voli. Non siamo soli a prendere conoscenza dell’attività della R.U.N.A.; altri invitati si trovano sull’erboso quadrato sfavillante di mille riverberi cristallini, come i cinque ben allineati velivoli della R.U.N.A., inondati dal tiepido sole, pronti a spiccare il volo. Nel gruppo dei convenuti figurano alcuni piloti civili, già allievi al campo, e ora premurosi consiglieri per i brevettandi.

In picchiata sul castello

L’ottimo Basilio Primosic, dall’occhio di lince e dalla mano sicura, ci fa sentire il peso di tutta una personalità acquisita in tre anni e mezzo (saranno anche di più) di attività aviatoria, che lo rendono fiero e orgoglioso. Ecco il camerata Bruno Costantini, dinamico segretario della R.U.N.A. di Gorizia; chioma bionda e non più tanto folta… Con dovizia di particolari egli ci illustra la complessa attività dell’istituzione e il vivissimo successo di tutte le iniziative dei suoi dirigenti. Ne fanno fede il privilegio concesso alla R.U.N.A. di Gorizia di trovarsi a tu per tu con una sorgente di energie iridescenti, fiorite nella testimonianza dei ricordo gloriosi della grande guerra, e l’eloquenza del bilancio dell’attività, anche se ancora limitato nei mezzi: 5 velivoli da turismo; una scuola di aeromodelllismo, con 40 allievi divisi in due corsi; un corso di pilotaggio per conduttori di aeromobili civili di primo grado; due alianti in costruzione del tipo “Allievi Cantù” presso le officine della scuola industriale e l’istituto provinciale dei sordomuti; circa 50 ore di volo dal gennaio u.s. al 1° marzo m.c. Inoltre la R.U.N.A., che si intitola al valoroso cormonese Luciano Marni, provvede a espletare tutte le pratiche inerenti all’allenamento annuale dei nostri piloti in congedo e, non per ultimo, testifica la devota solidarietà della cittadinanza alle famiglie dei 15 gloriosi caduti, iscritte alla sezione provinciale dell’associazione nazionale famiglie caduti dell’aeronautica.

Il canto dei motori

Preziosa attività degna di incoraggiamento e di elogio, che concorre nobilmente a formare nei cittadini una “coscienza aeronautica”. Il campo riluce in ogni suo lato, anche il più remoto, di vividi riflessi d’argento. Sereno e lieto è il suo aspetto, cinto verso la strada maestra da una signorile chiudenda che raccoglie nel suo ampio respiro i castelli ferrigni delle linde aviorimesse.

Il canto fresco e gioioso dei motori richiama la nostra attenzione verso i cinque apparecchi della R.U.N.A. decolla il primo della fila, un “CA 100” a doppio comando; un secondo apparecchio lo segue, e quindi un terzo… La corsa celeste procede sicura, fremente di respiri metallici, vibrante di toni melodiosi, e allarga il suo volo che si conclude dopo 15 minuti sopra il prato erboso. Il cav. Cagliari, conoscitore profondo della difficile arte del pilota, camerata e maestro espertissimo, incita gli allievi all’equilibrio calmo e sereno, doti fondamentali dell’aviatore. L’addestramento è terminato.

Il voto lungamente vagheggiato sta per essere realizzato: un volo sopra Gorizia. Come resistere all’invito seducente? Eccomi pronto. Il camerata Cagliari è già al suo posto di pilota, con gli occhi accesi e mi investe di un luminoso sorriso aperto che scaccia da me ogni minima esitazione. Mento sulla Carlinga. Ho la testa racchiusa nel casco, che mi pare cucito addosso. Si parte, finalmente!

I preliminari per una partenza in volo, dall’alto della carlinga, per chi li osserva, sembrano molto complicati: tutti, dirigenti della R.U.N.A. e assistenti, hanno l’aria di darsi molto daffare. Corrono e gesticolano intorno all’apparecchio e pare vogliano dirti attraverso gli occhi fissi costantemente sulla tua persona: “Beh, non aver timore, sono qua anch’io a darti una mano!”.

Il volo su Santa Gorizia

Lo scoppiettio amico del motore che ci accompagnerà per oltre 20 minuti nella rapida scorribanda celeste, ha ora accelerato il ritmo al tocco sicuro della mano del pilota. Un brevissimo rullio sul tappeto verde, un cordiale saluto agitato con la mano agli amici che ci inseguono con lo sguardo, e – neanche te ne accorgi – eccoti sollevato da terra come per magico intervento di un’ala invisibile, immerso con la faccia e le membra in un mare di aria frizzante.

Sorvoliamo il parco della Rimembranza: mirabile disegno di simmetria perfetta, tratteggiato di tenui fili d’argento intrecciati di morbida lana. Il tuffo nell’azzurro accende i sensi. Ecco il Corso, via Roma e piazza Vittoria signoreggiata dal medievale Castello; una picchiata velocissima e un doppio volteggio attorno al mastio superbo, come un avvoltoio che miri alla sua preda.

Il volo è finito. Si ritorna al campo, diritto il muso del motore contro il sole, lasciando dietro a noi il Monte Santo, il Sabotino, il Calvario e il San Marco, sacri alla venerazione degli italiani.

G. Casasola