Mario Raffaele Rossi nasce il 12 maggio 1909 a S, Miniato (Pisa). Dopo l’Accademia di Torino, frequenta la Scuola di Cavalleria di Pinerolo. Inquadrato nell’Artiglieria Ippotrainata, alla fine del 1933, col grado di Tenente, frequenta un corso di Osservazione Aerea a Cerveteri che si conclude il 16 luglio 1934. Due giorni dopo, il 18 luglio 1934, viene inviato a Gorizia, all’aeroporto di Merna dove, assegnato alla 116^ Squadriglia Ricognizione Terrestre del 21° Stormo. Lascia il reparto di Gorizia il 17 giugno 1935 dopo aver effettuato un totale di 33 voli sul velivolo Ro 1. Durante la sua permanenza incontra a Gorizia Palmira Tomasetti che il 3 marzo 1935 diviene sua moglie. Chiede ed ottiene il trasferimento a Gorizia, dove presta servizio con il grado di Capitano, nel 6° Artiglieria della divisione di fanteria “Isonzo”, presso la caserma di via Trieste. Allo scoppio della guerra, viene trasferito in un Reggimento costituito alla fine del 1940 per l’impiego in Grecia, il 27° Artiglieria, aggregato alla divisione “Cuneo”. Con esso partecipa all’occupazione della Grecia che lui cosi’ descrive
“ … dopo una memorabile ed estenuante marcia verso l’oriente di 600 km ho lasciato i miei pezzi puntati sulla costa turca a Maratokampos di Samos”.
Li lascia il 13 agosto, richiamato in Patria per seguire un “corso tecnico-professionale” presso la “Scuola Osservazione Area Terrestre” di Cerveteri che avrebbe dovuto iniziare nell’ottobre 1941. Durante il volo, accusa a più riprese un forte malessere accompagnato da dolori alla schiena. Il 29 ottobre così scrive alla moglie:
“Sento che il volo mi diventa pesante … oggi per esempio c’era molto ballo ed ho sofferto molto. Dipenderà dal lungo periodo di assenza dai campi, dipenderà che non sono ancora a posto completamente, fatto sta che non sto bene. Se il volo dura più di mezz’ora o tre quarti d’ora son dolori.”
Sottoposto a più visite mediche, gli viene diagnosticata (tardivamente) una malattia di origine traumatica, probabilmente causata da una caduta da cavallo patita in Grecia ed aggravata dai disagi della guerra. Ricoverato in ospedale a Venezia, sembra migliorare e viene dimesso. E’ in convalescenza quando, il 3 aprile 1945, muore per un blocco renale. Gli era stata praticata un’endovenosa a base di lecitina che risultò avariata a causa, si disse, della porosità del vetro della fiala (?). Il suo decesso fu riconosciuto per cause di servizio.