Ricordo che nell’agosto del 1975 , i miei amici erano già al mare, e la stagione al  mare nel Salento inizia molto presto, ma quell’anno non me ne importava se non ero dietro ad una ragazza al mare , la “mia ragazza” era lì,  era l’Aeronautica a  Gorizia. Ero  contento di farmi tanti km , più di mille in andata ed altrettanti al ritorno per provare a capire che sensazioni avrei avuto nel salire per la prima volta su un aereo e per giunta militare. 
Ricordo la felicità per i  tre voli effettuati, che se pur brevi di durata ( 10’min l’uno) furono bellissimi e pieni di piacevoli sensazioni sia in volo che dopo per quello che pensai una volta a terra. 
Ricordo  la  gioia nel tornare a casa con la certezza che quello che sognavo da anni potevo provare a concretizzarlo l’anno dopo, a fine della maturità,  con  il concorso dello Sparviero III,  perché il volo non mi aveva creato disturbi di sorta. Era stata la mia più grossa preoccupazione, e il  corso di Gorizia mi aiutò molto nel fortificarmi e a darmi la giusta determinazione nell’affrontare l’anno dopo, il 1976 il “temuto” concorso  e riuscire tra i vincitori dello Sparviero III. Il ricordo di Gorizia è proprio legato a quell’aspetto, tanti km ed un pensiero, e la gioia dentro di me quando scesi dal primo volo di dire dentro di me “ok Antonio ora tocca a te, il fisico il Signore te l’ha dato senza difetti alcuno e Gorizia te lo ha confermato, puoi farcela”. Gorizia mi aiutò molto a prepararmi con la giusta determinazione. Della città, mi rimase  impresso nella memoria gli enormi massi bianchi  posti sulla montagna che circondava la città lì sul confine a ricordare a noi Italiani “la Nova Goriza”, e quella  Italianità molto sentita  e ostentata da parte dei  Goriziani , la loro fierezza di sentirsi Italiani , tutte sensazioni a cui io non ero abituato venendo da una zona che la guerra aveva risparmiato dopo l’8 settembre. Un altro aspetto questa volta curioso,  fu per me  scoprire che ai  bar  di primo mattino piuttosto che un “buon cappuccino” come dalle mie parti,  spesso era servito ed era richiesto un liquore per far “partire la macchina” Dopo, in quei giorni ,  in parte ne intuì il motivo,  perché ricordo che quella settimana estiva di pieno agosto dormì tutta la settimana  in aeroporto con la classica coperta militare color marrone. Purtroppo non conoscevo il passato glorioso dell’aeroporto di Gorizia e che era stato  sede del 4° Stormo. Penso che se fossi arrivato preparato meglio sulla storia ( a quei tempi ero un innamorato della Storia della Regia , come lo sono tut’ora) avrei girato per quei luoghi di tanti piloti e Reparti famosi nello stessa maniera come si fa quando si visita un luogo Sacro. 
Tra l’altro  vi ha volato in quei cieli  goriziani, la MOVM Fortunato Cesari pilota galatinese , del 4° Stormo e a cui è dedicato l’aeroporto di Galatina fin dal 1 aprile 1939. 
Ricordo che fui molto contento della visita al sacrario di Redipuglia e alla base di Rivolto, fu una bella opportunità ed una ottima iniziativa di chi organizzò quei corsi . In una al  Sacrario la possibilità di ricordare i tanti soldati che partirono dalle terre assolate del Sud come mio nonno e che lasciarono la vita per liberare delle terre Italiane, e ne ero contento di fermarmi a pregare per quei ragazzini che non avevano  avuto la fortuna di vivere la loro spensierata giovinezza come  avveniva per noi. E a Rivolto di vedere dal vivo le Frecce Tricolori e stringere la mano a dei piloti che rappresentavano e rappresentano una della più belle realtà della tradizione dell’Arma Azzurra.  L’unica “delusione” se si può parlare di delusione, fu non l’essermi classificato in posizione utile per il corso di Volo a Vela a Guidonia, ci speravo, ma Gorizia, ripeto,  mi fece tornare a casa con una sensazione nuova, una forte determinazione  che mi fece  affrontare l’anno scolastico con l’unico obiettivo di varcare il portone dell’Accademia, e quindi devo dire grazie a quel Corso se ciò in parte si è avverato.

(Arc. Inguscio)