Dopo la morte il Duca venne sepolto sotto una semplice croce bianca nel campo 362 di Thika a una quarantina di chilometri da Nairobi . Alle esequie parteciparono il Gen. Nasi e il Gen. Scala Martini che avevano servito il Duca, il Gen. Daodice ex governatore ad Addis Abeba, il Gen. Torre e il Gen. Sir William Pratt al quale il Duca si era arreso.
Nel 1955 il corpo fu trasferito con una solenne cerimonia, presieduta dal senatore Teresio Guglielmone e dal generale degli Alpini Umberto Ricagno, alla presenza delle due figlie del duca, nella Chiesa ossario di Nyeri .

Le spoglie si trovano sotto il pavimento al centro della cripta insieme, per espressa volontà del Duca, ai suoi soldati (657) morti nei vari campi di prigionia. Nella parte terminale della cripta è stata eretta una stele, opera di Corrado Ruffini che regge il volto del Duca fuso in bronzo con impressa una parte del suo testamento spirituale.
Nella tomba fu posta un pugno di terra di Redipuglia dove riposa suo padre Emanuele Filiberto, il Duca Invitto

(arc.4 Stormo-Duca d’Aosta)

Il Sacrario è costruito dal governo italiano nel 1952, su un terreno offerto in concessione dalle Missioni della Consolata, per iniziativa del Gruppo Bottego di Milano presieduto dal Gen.Valentino Vecchi. La realizzazione, grazie al concorso finanziario degli italiani del Kenya e degli ex combattenti in Italia, è affidata all’architetto torinese Mario Rabaglino, ex prigioniero di guerra, che come migliaia di altri connazionali ha voluto rimanere in Kenya.