chi368mod2: Raffaele Chianese

Assegnato al 1° Stormo (96^ Sq.) di Campoformido nel 1930, nel settembre dello stesso anno passa al 4° Stormo di Gorizia (prima alla 96^ e successivamente all 91^ Squadriglia). Fa parte delle Pattuglie Acrobatiche del 1936 e 1938 e partecipa a diverse Manifestazioni Aeree degli anni ’30. Con la seconda “spedizione” parte nell’agosto del 1936 per la Missione Speciale spagnola e viene arruolato nella Aviazione Legionaria, cade prigioniero ed e’ salvato in extremis dalla fucilazione. Partecipa alla Campagna d’Africa ma dopo alcuni mesi si ammala ed e’ costretto a rientrare a Gorizia dove addestra le nuove leve di piloti. Dal 1950 al 1956 e’ istruttore a Brindisi e Lecce su AT6, G59 ed F51 Mustang.

Infanzia, Capua, Ciampino, Ghedi, Campoformido, Gorizia
1910 – 1936

Sono nato a Calvizzano, provincia di Napoli, il 14 marzo 1910 in una modesta casa di campagna ove ho trascorso la mia giovinezza insieme a genitori e numerosi fratelli ….

Aviazione Legionaria nella Guerra Civile di Spagna
1936 – 1937

Ai primi di agosto del 1936, il Duca Amedeo d’Aosta raduna sull’Aeroporto di Gorizia tutti i suoi piloti e dopo un breve discorso chiede dei volontari per una missione “speciale” in un Paese straniero ….

1937 – 1970

Chianese, rientrato a Gorizia dopo un periodo di meritato riposo, riprende a volare il 13 novembre 1937 effettuando una missione a doppio comando di ambientamento con il serg. Renzi su CR30 e poi da solo pilota su CR32. ….

Scuola di Volo – Comando 2°Gruppo
1951


“Il TONNEAU LENTO VERTICALE nacque a GORIZIA” – Un simpatico aneddoto storico goriziano: anno 1936, aeroporto di Tablada (Spagna), in occasione di una cena, alla presenza dell’asso spagnolo, GARCIA MORATO ( 40 abbattimenti ), il comandante del 4° STORMO di Gorizia, VINCENZO DEQUAL, si rivolse al Sergente Magg. pilota, RAFFAELE CHIANESE (squadriglia CUCARACHA), chiedendo quale fosse stato il trucco che gli permetteva di eseguire, a lui solo, il “tonneau lento verticale” con il velivolo CR32. Il Sergente rispose con tono decisamente irriverente, “comandante, ma che ci vuole…? Non lo vede da solo come faccio quando sono in volo?” La maleducata risposta non piacque. Poco dopo, il riconoscimento di un ulteriore velivolo abbattutto da Chianese nella Guerra di Spagna (che gli sarebbe valso la medaglia al valore militare d’argento) non gli fu concesso, nonostante la chiara evidenza, almeno secondo Chianese. Con gli anni scoprimmo da Raffaele per quale motivo rispose in modo così inadeguato (sempre rimproverato dalla moglie Bice Pian ad ogni cena e non solo li ): i piloti di allora non avevano alcuna nozione di aerodinamica, volavano di istinto e come spesso ricordava Raffaele sopravvivevano solo i più prudenti ed umili. In realtà, come rivelò poi da pensionato nel suo bel orticello a Gorizia, la ragione per cui solo a lui riusciva il “toneau lento verticale” non lo sapeva nemmeno lui stesso e l’imbarazzo lo rese ingenuamente burbero nella famosa risposta.
Tuttavia è per i goriziani piacevole pensare che la manovra acrobatica del” TONNEAU LENTO VERTICALE”, ancor oggi adottata dalla Pattuglia Acrobatica Nazionale con MB339 ed esportata in tutto il mondo, nacque proprio all’Aeroporto di Merna, Gorizia, come testimonia qui sotto il racconto dello storico aeronautico, CESARE GORI. Il Tenente citato sotto era TULLIO DE PRATO

Era una manovra d’abilità. L’aveva inventata il Sergente Chianese Raffaé – della «91°», inavvertitamente, durante una finta-caccia con un amico e collega che gli giostrava davanti al naso per sottrarsi alla presa, a bordo di un argenteo «C.R.-Asso».
Dopo l’esercitazione si ritrovarono a terra a discutere con gli altri compagni di reparto che avevano assistito alla sfida e che avevano ammirato quella strana piroetta verticale compiuta dal velivolo di Chianese. Il giorno seguente, in volo isolato, Chianese ripeté l’elegante figura stupefacendo la platea che, all’atterraggio, si affrettò a chiedergli ragguagli sul come e sul quando. Ne seguì tutta una serie di mulazioni, entusiaste ma poco fortunate. O la piroetta non era verticale oppure, «tirata» allo Zenit, terminava con una scampanata violenta che procurava al malcapitato pilota una doccia di carburante, di immondizie, in mezzo ad una nuvola di azzurrognolo fumo di scarico. Sovente il motore si arrestava e qualcuno finiva anche in vite. Vi si provarono i più bei nomi del IV Stormo, con successo degno della loro fama, ma nessuno eguagliò il prestigioso Raffaé. Un giovane Tenente della stessa Squadriglia, sfruttando il grado e l’amicizia dell’inventore, si accordo con il «maestro» perché questi lo seguisse da terra durante una esibizione. Il «tenentino» decollò baldanzoso e si portò sulla verticale della zona convenuta. Da quota adeguata, picchiò fino a toccare la velocità-limite di duecentocinquanta chilometri l’ora, poi tirò su, su, ruotando su se stesso finché, alette ipersostentatrici fuori, ricadde – fumando – in vite. Ripeté la manovra due, tre volte, con analogo risultato. Infine, pensando di aver realizzato qualcosa di accettabile, atterrò soddisfatto.. Raffaé lo aspettava con il sorriso bonario sulle labbra.
«Com’è andata?» … chiese il debuttante fiero di se stesso.
«. Una puzza signor Tenente».
Il Tenente non la prese a male. Continuò a provare per settimane, per mesi, fino a quando non digeri la lezione. Fu, per lui, un giorno di festa!