Dopo l’ incertezza del primo dopo guerra, inizia nei paesi occidentali una progressiva ripresa economica. In questo contesto rinasce l’ aviazione civile italiana favorita dalla quantita’ di velivoli da trasporto militare americani ancora disponibili. La SISA e la LAI, prime compgnie aeree italiane del dopo guerra utilizzano i Douglas C-47 e C-53 che la Commissione Alleata di Controllo ha messo a disposizione dello stato italiano. Molti aeroporti militari italiani vengono dismessi e riconvertiti per ricevere il traffico civile e tra questi quello di Gorizia che diventa scalo regionale.

Viene sistemata palazzina accanto all’ autorimessa per far spazio agli uffici della Direzione Civile dell’aeroporto di Gorizia (a destra per chi guarda con le spalle al campo di volo), l’ufficio CDA (piani di volo) gestito dall’ Aeronautica Militare, la stazione meteo (al centro sotto l’ appendice)) e il bar gestito dalla sig.ra Edvige (a sinistra per chi guarda con le spalle al campo di volo). Al secondo piano l’ appendice, impropriamente chiamata torre di controllo,  per la sola assistenza al volo e operativa dall’ alba al tramonto (HJ). L’ ACC (Aircraft Control Center) di Treviso, assicura il Controllo del Traffico Aereo.
Di fronte agli uffici della Direzione Civile, la pavimentazione di quello che era l’hangar Lancini e’ utilizzata da piazzale per il parcheggio degli aeromobili di linea e lo sbarco/imbarco passeggeri. Verso ovest, oltre i piazzali ove srgevano gli hangar della Ricognizione, e’ installato un radiofaro che verra’ disattivato all’inizio degli anni ’60, in occasione del trasferimento dei voli commerciale a Ronchi.

(Arch.Aero Club Gorizia)

Non disponendo di radioassistenze, l’avvicinamento deve essere condotto a vista (VFR). Da Venezia il volo procede a mille piedi di quota (300 metri ca.) in quanto per motivi militari, tutto lo “spazio aereo” e’ considerata ” area restricted”. A causa della vicinanza della testata pista 09 – 27 al confine con la Jugoslavia che dista appena 150 metri, bisogna prestare molta attenzione. L’avvicinamento con scarsa visibilità avviene seguendo il percorso del fiume Isonzo che dal mare risalendo verso Gorizia, passa quasi limitrofo all’aeroporto. Un altro riferimento è la ferrovia che passa accanto. 

Il Sig. Prandi dipendente dello scalo ai tempi della L.A.I. , racconta che il comandante Pecoroni conosceva cosi’ bene ogni dettaglio orografico della zona che riusciva sempre ad atterrare. Si racconta che in un giorno di poca visibilita’ dovette riattaccare perchè giunse troppo alto sulla pista sconfinando e uno zelante poliziotto jugoslavo, non esito’ ad aprire il fuoco con il fucile mitragliatore forando la fusoliera.

S.I.S.A.
Società Italiana Servizi Aerei

Nel luglio del 1947 la SISA, fondata appena un mese prima a Campoformido, per il traffico aereo sul quell’ aeroporto trasferisce la base di armamento per i suoi velivoli sul campo di Gorizia. L’aeroporto di Ronchi dei Legionari non e’ancora disponibile in quanto in uso eslusivo alle forze aeree anglo-americane.

(Arch.Aero Club Gorizia)


I velivoli sono i C-47, versione militare del più famoso DC-3. L’  equipaggio  è formato dal comandante, un secondo pilota ed  una hostess. Durante la sosta a Gorizia  alloggiano all’albergo Bon Furlan in via  Ascoli e frequentano le trattorie della zona. 

Gorizia. DC3 della compagnia aerea SISA (arc.Carulli)


Sull’aeroporto non c’e’ un servizio antincendio fisso, i Vigili del Fuoco di Gorizia si recano in coincidenza con i voli in  partenza ed in arrivo.

Aeroporto di Gorizia, Vigili del fuoco (Arc. Rosito)

Verso la fine del 1947 il Douglas C-47 marche I-SOLE a causa di un atterraggio lungo supera il fine pista arrestando la corsa all’altezza del vialetto interno (Nord-Sud) parallelo alla strada statale n. 55. L’aereo verrà riparato presso le officine dell’Ala Italiana a Venezia nel 1948 ad un costo di 8,9 milioni di Lire . 

C-47 della SISA incidentato. I detriti su cui si e’ fermato il velivolo potrebbero essere quelli della Palazzina Comando danneggiata dai bombardamenti del 1944 e successivamente demolita. (Arch.SISA-LAI Fonte: MD80.it )

Nel maggio 1949, nel quadro di riorganizzazione dell’aviazione commerciale italiana, la Società Sisa confluisce – con la Airone di Cagliari, la Transadriatica di Venezia rimaste in attività e la Ali Sicilia solo costituita ma non operativa – nella Avio Linee Italiane che modifica la ragione sociale in ALI – Flotte  Riunite e cessa la sua attività; la data di cancellazione presso il CCIAA di Trieste è del 31 dicembre 1949.
Alla fine della attività della SISA il traffico svolto dall’aeroporto di Gorizia si può riassumere il 605 voli effettuati, con 2.960 passeggeri trasportati e 21.800 kg di merce movimentata.

L.A.I.
Linee Aeree Italiane

Gorizia. C 47 I-LONA della compagnia aerea LAI (arc.Carulli)
Gorizia. C 47 I-LONA della compagnia aerea LAI (arc.Carulli)

Dopo la cessazione dell’ attività della SISA subentra la compagnia aerea LAI con un volo giornaliero, escluso la domenica, da e per Roma con velivolo Douglas DC-3. Nel 1957 il prezzo del biglietto Roma-Gorizia era di 13.000 lire (23.400 A/R)

LAI volo LI 403 Gorizia (p 08:00) > Venezia Lido (a 08:30) > (p 09:00) > Roma (a 10:40)
Roma (p 15:20) > Venezia Lido (a 17:00) > (p 17:30) > Trieste (a 18:00)

Gorizia – anni ’50. Dal basso: Nicolino Pinausi(?), Ferruccio Pinzani, Bruno Ulcigrai, Enzo Pian, … Gregorio, sig.ra Premoda, De Filippi. (arc.Castelletti)

Nel 1957 Alitalia si fonde con L.A.I. diventando Alitalia-Linee Aeree Italiane.

Tabelle voli Alitalia 1 novembre 1957 (Arch.Cartabianca)

Gli aerei utilizzati erano i Douglas DC-3, “ereditati” dalla LAI; i primi voli erano i seguenti:
AZ 323 Trieste/Udine (Gorizia) – Roma 06:30-08:30
AZ 320 Roma – Venezia – Trieste/Udine (Gorizia) 13:30-15:20 15:40-16:20

Il Piccolo 7/5/2006 (arc.Il Piccolo)

.

“Ho fatto diversi voli per Gorizia nel periodo a cavallo degli anni ’54 e ’55: Venivamo da Roma con il DC 3, facendo scalo su Venezia Lido: io ero un pilotino appena assunto dalla L.A.I. con esperienza solo militare su T.6, G.59 e Mustange il DC3 mi sembrava un aeroplano enorme. Volavo con Comandanti molto più anziani di me reduci dalla guerra. Io li guardavo con grande stima e rispetto. Trascorse molto tempo prima che mi facessero fare l ‘atterraggio, perchè Gorizia presentava il problema del confine molto vicino e quindi bisognava  aver e molta dimestichezza con la zona perchè durante la virata base era facile sconfinare. La stessa precauzione valeva anche per il decollo, infatti bisognava virare stretto subito dopo il decollo.”
“Un altro ricordo è l ‘hotel Posta dove pernottavamo per poche ore perchè arrivavamo col buio e partivamo molto presto. La sera dopo arrivati, andavamo a piedi all ‘ albergo alla Transalpina per cenare e passavamo davanti alla barra del confine, in un’atmosfera nebbiosa, e il Comandante Morciano alludendo alla sentinella di guardia, mi diceva – vedi quello è un soldato jugoslavo!”

C.te L.A.I. Alberto Salvia