Aviazione Legionaria nella Guerra Civile di Spagna

Ai primi di agosto del 1936, il Duca Amedeo d’Aosta raduna sull’Aeroporto di Gorizia tutti i suoi piloti e dopo un breve discorso chiede dei volontari per una missione “speciale” in un Paese straniero non specificato, della durata di un mese o poco piu’. Tutti i piloti del Quarto Stormo si offrono volontari ma solo alcuni sono scelti. Tra questi c’e’ Chianese.  
Pochi giorni dopo, il 7 di agosto, il gruppo di piloti volontari del Quarto Stormo di Gorizia e del Primo Stormo di Campoformido, in compagnia di alcuni specialisti, partono in treno e giungono a La Spezia dove vengono imbarcati, senza dare troppo nell’occhio, su una nave che li sta attendendo. 
Solo a bordo viene loro comunicato la destinazione e lo scopo della missione. Il Paese e’ la Spagna e la missione prevede l’appoggio agli Spagnoli insorti contro la Repubblica, guidati dal generale Francisco Franco. La missione deve compiersi sotto falso nome ed e’ previsto l’arruolamento nella Legione Straniera Spagnola “El Tercio” . In caso di cattura da parte del nemico non bisogna rivelare l’appartenenza all’Aeronautica Militare Italiana.  
Chianese parte cosi’ con la “prima” Spedizione di piloti da Caccia dell’Aviazione Legionaria per la Campagna di Spagna (O.M.S.). Gli e’ stato consegnato un passaporto con false generalita’, il suo nuovo nome e’ “Giglio”. La nave e’ una bananiera spagnola con nominativo Ebro. A bordo ci sono nove CR32, altrettanti piloti al comando del tenente Dante Olivero, istruttore d’acrobazia del 1° Stormo di Campoformido, due motoristi, due montatori, un armiere, cinque carri armati leggeri Ansaldo CV 35 da 3 tonnellate, ricambi e rifornimenti di armi.  
 Il 10 agosto l’Ebro dopo aver lasciato La Spezia riceve via radio l’ordine di interrompere il viaggio e portarsi a Cagliari dove viene fatta ancorare in rada, fuori del porto. Ai servizi segreti italiani erano giunte voci che l’equipaggio, di nazionalita’ spagnola, stava complottando per ammutinarsi con il fine di attraccare in un porto in mano ai Repubblicani e consegnare a quest’ultimi la nave con tutto il suo carico. L’EBRO viene immatricolata italiana con il nominativo ANIENE ed il comando e’ assunto dal capitano Orsini  
Dai ricordi di Chianese gli interrogatori e le indagini durano non meno di quattro, cinque giorni ed alla fine la nave, dopo la sostituzione dell’equipaggio spagnolo, riprende la rotta verso Gibilterra, costeggia il Portogallo ed approda a VIGO in Galizia (Nord Ovest della Spagna) la notte tra  il 26 e 27 agosto. Sebbene il porto di Cadiz sia piu’ vicino di 600 miglia, fu scelto Vigo in quanto probabilmente si voleva evitare i porti nazionalisti del Sud, controllati dalle navi repubblicane.  
 Il viaggio non e’ privo rischi; l’Aniene viene intercettato da una nave da guerra Repubblicana nei pressi di Gibilterra, ad Est della foce del Guadalquivir, ma fortunatamente si era provveduto a far scortare a distanza la nostra nave dall’incrociatore “Muzio Attendolo” che fa desistere l’unita’ spagnola.

I piloti di questa spedizione sono:

s.ten. pilotaOLIVERO Dante(       )1°Stormo(?)
s.ten. pilotaMANTELLI Adriano(ARRIGHI)1°Stormo
s.ten. pilotaFRANCESCHI Giorgio(SALETTI)4°Stormo
serg.  pilotaCHIANESE Raffaele(GIGLIO)4°Stormo
m.llo  pilotaDI MONTEGNACCO Bruno(ROMUALDI)1°Stormo
serg.  pilotaBASCHIROTTO Gian Lino(GIRI)1°Stormo
serg.  pilotaBUFFALI Achille(GUELFI o GUELI)
serg.  pilotaGALLI Raoul(MILANDO)
serg.  pilotaVIVARELLI Manlio(GUGLIEMOTTI)4°Stormo
meccanicoCRESTI
meccanicoBRUNETTO
montatoreGERBINO
montatoreGREGO
armiereBARZACCHI
 

Il 10 agosto, pochi giorni dopo la partenza della Prima Spedizione parte sempre da La Spezia un’altra nave, l’Alicantino, con destinazione Melilla in Marocco. Il giorno successivo approda a Cagliari dove cambia nominativo in  Nereide. A bordo insieme a dodici CR32 ci sono altrettanti piloti provenienti da Gorizia e Campoformido, tre motoristi e tre montatori.  

cap.   pilotaDEQUAL Vincenzo(LIMONESI)1°Stormo
s.ten. pilotaMONICO Ernesto(PRETI)4°Stormo
s.ten. pilotaCECCHERELLI Victor Ugo(VACCARESE)1°Stormo
s.ten. pilotaCENNI Giuseppe(STELLA)1°Stormo
serg.  pilotaMAGISTRINI Giovanni B.(MAINETTI)1°Stormo
serg.  pilotaSALVADORI Sirio(SALVO)4°Stormo
serg.  pilotaAVVICO Giuseppe(NANNINI o ROBERCHI)4°Stormo
serg.  pilotaPRESEL Guido(SANMARTANO)
serg.  pilotaGIUGLIETTI Adamo(PIRILLA)
serg.  pilotaPATRIARCA Vincenzo(BOCCOLARI)4°Stormo
serg.  pilotaCASTELLANI Bruno(FRANCESCHINI)6°Stormo
serg.  pilotaBOETTI Angelo(ILLACQUA)

La Nereide (Alicantino) lascia il porto di Cagliari l’11 agosto scortata a distanza dall’incrociatore leggero “Giovanni delle Bande Nere” (comandante C.V. Ferdinando Casardi), nave ammiraglia della 2^ divisione della II Squadra navale accompagnata dagli esploratori “Luca Tarigo” e “Antonio da Noli”.  
La Nereide (Alicantino), partita dopo l’Aniene (Ebro), raggiunge tuttavia la destinazione prima in quanto non deve risalire tutta la costa del Portogallo fino a Vigo ma approda a Melilla. Giunge in porto nelle prime ore del 14 agosto dove scarica i dodici CR32, ricambi e munizioni.  La sera stessa gli aerei imballati sono all’interno dell’aeroporto di Nador. Il primo CR32 assemblato vola il 17 agosto con ai comandi il sottotenente Ceccherelli.  
Il 27 agosto, a Vigo, terminate le operazioni di sbarco, aerei e personale dell’Aniene vengono trasferiti su un treno antidiluviano che, viaggiando a poco piu’ di dieci chilometri orari, ridiscende a Sud lungo il confine con il Portogallo con destinazione CACERES dove giungono spossati per il caldo il 30 agosto.Chianese racconta che si poteva tranquillamente scendere dal treno, soddisfare le proprie necessita’ fisiologiche e risalire sull’ultimo vagone.  
Dalla base di Caceres, in Extremadura, la sera del 30 agosto i piloti sono trasferiti, a bordo di un trimotore Ju 52, a Sevilla – Tablada dove si ricongiungono con i colleghi della “seconda” Spedizione giunti un paio di settimane prima a Melilla – Nador. Manca purtroppo all’appello il primo caduto, il tenente Ernesto Monico, catturato ed ucciso dai Repubblicani dopo essersi lanciato con il paracadute. 
Giunti a Sevilla il 28 agosto, gli ufficiali vengono alloggiati nell’Hotel Cristina ed i sottufficiali nell’Hotel Moderno. Sono due lussuosi alberghi che pero’ il personale non si puo’ godere poiche’ tutti, piloti compresi, debbono lasciare alle cinque del mattino per recarsi in aeroporto a riassemblare i velivoli e poi fare ritorno a notte inoltrata verso le ventitre.  

Sevilla, l’Hotel Cristina dove alloggiavano gli ufficiali della prima spedizione (chi6_CristHotel1)

Il 3 [il 9 alle ore 18 circa, secondo BONOMI] di settembre in SEVILLA Tablada, durante un volo di collaudo dei CR32 appena montati, il ten. Dante OLIVERO, nell’effettuare un tonneau impostato male (a botte) ed a bassa quota, impatta il terreno nei pressi dell’aviorimessa lasciando cosi’ la sua Squadriglia senza comandante. La versione ufficiale ed alcuni libri danno ad intendere che l’incidente venne causato dall’assemblaggio non corretto dell’aeromobile ma la verita’ e’ diversa e confermata da Chianese che era presente.  
A SEVILLA arriva in quei giorni Garcia MORATO. DEQUAL assegna al MORATO due gregari che lo seguiranno nelle prime missioni, CHIANESE (gregario di sinistra) e BUFFALI (gregario di destra) con i quali compira’ almeno tre o quattro missioni consecutive. 
Il 9 di settembre alle 6.30 del mattino Chianese si trasferisce con gli altri otto CR32 della Squadriglia comandata da DEQUAL presso l’aeroporto di Caceres, a sud ovest di Madrid, dove erano giunti con il treno da Vigo alcuni giorni prima. Poco dopo li raggiungono il resto del personale di terra. 

… Los diez primeros aviones operativos los puso bajo el mando del capitan DEQUAL, a cuyas ordenes partirian hacia CACERES, ( Extremadura), el 9 de septiembre, 3 pilotos de la expedicion de MELILLA (AVVICO, PATRIARCA y MAGISTRINI) , cinco de la de VIGO (MANTELLI, FRANCESCHI, CHIANESE, BUFFALI, BASCHIROTTO) y el capitan español Garcia MORATO …

A Caceres iniziano i primi voli di guerra e CHIANESE e’ piu’ volte il gregario del famoso asso spagnolo, capitano Garcia MORATO. Vola pure con lo spagnolo Julio SALVADOR Diaz e conosce Angel SALAS Larrazabal. MORATO diverra’ Capo delle Operazioni della Caccia mentre SALAS, finita la guerra, assumera’ l’incarico di Capo di  Stato Maggiore della “Aeronautica Spagnola”. 
Un giorno Chianese decolla in pattuglia (tre CR32) insieme a Julio SALVADOR Diaz con destinazione un aeroporto in quota, Avila. Durante la breve sosta ad Avila incontra degli amici che sono  in compagnia di alcune ragazze spagnole. Chianese e’ gia’ conosciuto nell’ambiente aeronautico per aver fatto parte della Pattuglia Acrobatica e cosi’ gli chiedono di dare qualche dimostrazione della sua abilita’. D’accordo con l’altro gregario, prima di ripartire da Avila, chiede allo specialista di simulare qualche difficolta’ alla messa in moto dell’aereo di SALVADOR in modo da dargli un vantaggio di quattro o cinque minuti. Sull’aeroporto sono schierati gli aerei della caccia tedesca ed i piloti sono intenti ad osservare la partenza dei CR32. Chianese decolla da solo, appena staccate le ruote da terra mantiene l’aereo raso al suolo per prendere velocita’, cabra bruscamente, effettua una virata in scivolata ed inverte la prua puntando verso gli aerei tedeschi ed i piloti che non lo perdono di vista un istante. Mantiene l’aereo ad un paio di metri da terra, lo accelera al massimo e quando e’ ad un centinaio di metri da loro cabra nuovamente. L’intenzione e’ di effettuare un Immelman (un mezzo looping con mezzo tonneau alla sommita’) ma quando e’ in cima al mezzo looping si rende conto della velocita’ troppo bassa che lo porterebbe ad effettuare un mezzo tonneau a botte invece che in linea orizzontale. Decide allora di completare il looping ma quando e’ con il muso verticale e comincia a tirare sente che l’aereo vibra e spancia. 
E’ un normale comportamento dovuto all’effetto dell’altitudine dell’aeroporto ma Chianese non poteva saperlo.  
Si era cacciato in una situazione dalla quale in genere non si esce vivi. Fortunatamente ha la prontezza di spirito di non reagire in modo istintivo e “non” continua a tirare. Allenta i comandi per alcuni secondi e di quel tanto che permette all’aereo di non stallare e sfiora il terreno passando a poco piu’ di tre metri invece di quella ventina di metri usuali. Completa la manovra mettendo l’aereo a coltello (90 gradi di inclinazione) sfilando veloce davanti ai piloti tedeschi. Con la tremarella alle gambe circuita sull’aeroporto attendendo l’aereo di SALVADOR e poi rientra alla base. Giunti a Caceres il gregario che aveva assistito da terra a tutta la scena gli confida che si era notata bene, per occhi esperti, la difficolta’ incontrata durante la manovra e che tutto sommato gli era andata “molto bene”. 

A sinistra lo spagnolo Julio SALVADOR Diaz con il pilota nazionalista Alferez SERNA – 1938. Foto fornita da David GESALI (ges18)

Da un confronto tra il libretto di volo di Garcia MORATO e quello di Chianese e’ possibile tentare di ricostruire i voli effettuati nella stessa Pattuglia o Squadriglia. Il libretto di volo di Garcia MORATO e’ molto piu’ ricco di dettagli e probabilmente cio’ e’ dovuto al fatto che i piloti spagnoli aggiornavano personalmente il loro libretto mentre per i piloti italiani lo faceva il personale di terra. Nel libretto di Chianese risultano diverse imprecisioni ed omissioni (vedi mese di ottobre in cui non e’ stato riportato il giorno).  
Di seguito sono riportati alcuni stralci volo di Garcia MORATO che, stando alla data ed alla descrizione della missione, risulterebbero effettuati insieme a Chianese. I voli di quest’ultimo sono riportati in rosso. Si noti che su alcuni voli i tempi di volo di MORATO sono piu’ lunghi di Chianese; cio’ e’ dovuto alla consuetudine di MORATO di far rientrare i gregari al termine della missione e rimanere in zona operazioni in cerca di bersagli.  

08/09/36 – Patrulla “Fiat”. Instruccion y ejercicios de combate (0h 35m). 
08/09/36 – Allenamento pattuglia (0h 40m).

09/09/36 – Escuadrilla “Fiat”. Sevilla-Càceres (1h 00m).  
09/09/36 – Sevilla-Caceres (0h 55m).

10/09/36 – Patrulla “Fiat”. Proteccion “Yunker” bombardeo de Navalperal, regresando a Salamanca (1h 50m).  
10/09/36 – Crociera protezione fronte Novalperal. Atteraggio a Salamanca. (1h 50m).

11/09/36 – Patrulla “Fiat”. Proteccion columna Yague, combatiendo con un “Nieuport” y ametrallando tres “Breguet” y derribando un “Nieuport” (2h 50m).  
11/09/36 – Crociera protezione fronte Talavera (1h 40m).

16/09/36 – Patruila “Fiat”. Proteccion “Yunker” en el frente de Talavera (1h 20m). 
16/09/36 – Crociera protezione fronte Talavera (1h 20m).

16/09/36 – Patrulla “Fiat”. Protecciòn “Yunker” en el frente de Talavera (1h 20m).  
16/09/36 – Crociera protezione fronte Talavera (1h 30m).

20/09/36 – Patrulla “Fiat”. Proteccion “Yunker” frente de Talavera, tomando tierra en Talavera (1h 55m).  
20/09/36 – Crociera protezione fronte Talavera (1h 55m).

20/09/36 – Patrulla “Fiat”. Proteccion “Yunker” frente de Talavera, temando tierra en Talavera (1h 02m).  
20/09/36 – Crociera protezione fronte Talavera (1h 05m).

20/09/36 – Patrulla “Fiat”. Alarma frente de Talavera (0h 45m).  
20/09/36 – Partenza su allarme (0h 45m).

20/09/36 – Patrulla “Fiat”. Proteccion “Yunker” bombardeo de Maqueda; reconocimiento Sur del Tajo y localizando antiaérea  
a cinco kilometros Sur de Talavera (1h 25m). 
20/09/36 – Crociera protezione fronte Talavera. Rientro in sede (1h 25m).

15/10/36 – Patrulla “Fiat”. Sevilla-Talavera (1h 45m).  
15/10/36 – Sevilla-Talavera (1h 45m).

01/11/36 – Patrulla “Fiat”. Alarma sobre Talavera, ametrallando dos bimotores rusos “Sophia” (1h 30m).  
01/11/36 – Vigilanza campo (1h 55m). Si inseguono Martin Bomber che vengono posti in fuga a bombardamento effettuato.  
3 velivoli abbattuti (individuali).

05/11/36 – Escuadrilla “Fiat”. Vigilancia frente de Getafe-Alcorcon, combatiendo sobre Madrid con 12 “Curtiss” de caza, derribando uno de ellos y ametrallando un “Potez 54”, que toma tierra con un motor parado (1h 40m). 
05/11/36 – Crociera protezione fronte Getafe (1h 05m). Combattimento con 3 Potez ….. Martin Bomber, vengono abbattuti 8 Curtiss, 1 Potez, 1 Martin Bomber mitragliato si allontana con inizio d’incendio. 1 velivolo abbattuto (individuale).

06/11/36 – Escuadrilla “Fiat”. Protecciòn columna Yague en avance hacia Cuatro Vientos (2h 15m).  
06/11/36 – Crociera protezione fronte Getafe-Cuatro Vientos (2h 15m).

09/11/36 – Escuadrilla “Fiat”. Protecciòn “Yunker” y “Romeos” sobre Madrid, combatiendo con cinco “Curtiss , derribando uno yametrallando ocho “Sophia”, impidiendo bombardeasen  AA (1h 50m).  
09/11/36 – Scorta Ro37 fronte Madrid (1h 10m).

14/11/36 – Escuadrilla “Fiat”. Proteccion “Yunker”, bombardeo Maranosa AA (1h 25m). 
14/11/36 – Scorta Junkers fronte Madrid (1h 30m). Si avvistano 9 apparecchi …. ma non attaccano …

15/11/36 – Patrulla “Fiat”. Protecciòn “Yunker”, bombardeo Rosales (Madrid) AA (2h 05m).  
15/11/36 – Scorta Junkers fronte Madrid e crociera (2h 00m). Pattuglia monoplani da caccia attacca 1 velivolo abbattuto (individuale).

19/11/36 – Escuadrilla “Fiat”. Protecciòn “Yunker”, bombardeo estacion del Norte (Madrid) AA (1h 45m).  
19/11/36 – Scorta bombardieri e crociera su Madrid (1h 50m). 4 velivoli abbattuti (collettivi).

Volare in pattuglia con il capitano Garcia MORATO e’ un notevole vantaggio poiche’ conosce perfettamente l’orografia. Con lui effettua diverse missioni di mitragliamento ed appoggio alla fanteria ed alcune di queste sono previste sulle strade di Madrid, attraversata dal fronte. Per chi non conosce bene la citta’ c’e il rischio di colpire le proprie truppe ed i cittadini inermi. In questi casi il MORATO e’ solito dire a Chianese ed all’altro gregario che non devono sentirsi obbligati a sparare sulla citta’.  
Lo stesso MORATO ha la famiglia, madre e sorella che in quel periodo vivono a Madrid.  
Il MORATO e’ ricordato da Chianese come un pilota dalle doti eccezionali che aveva vinto un campionato internazionale di alta acrobazia.  
Durante le missioni con la pattuglia di MORATO, un pilota repubblicano molto abile e che disponeva di un velivolo dalle prestazioni di quota superiori li attendeva piu in alto. Quando con poco carburante a bordo si accingevano al rientro al termine dei mitragliamenti di appoggio alla fanteria od della scorta ai bombardieri, li attaccava veloce e poi fuggiva. 
Per due volte il MORATO, terminata la missione, con un cenno faceva rientrare i gregari alla base mentre lui, riducendo la velocita’ al minimo e “galleggiando” per aumentare l’autonomia rimaneva per fare da esca. Attendeva cosi’ in zona operazioni l’aereo solitario che puntualmente dopo un po’ sbucava dall’alto, con il sole alle spalle, attratto una “preda” cosi’ vulnerabile.  
Il MORATO, poco prima che l’aereo avversario iniziasse a sparare, con perfetta sincronia ed una brusca “spedalata” evitava la raffica e, appena il nemico lo superava, cabrava e manovrando il velivolo a velocita’ prossime allo stallo prontamente lo collimava e faceva partire a sua volta una una breve raffica.  
Al terzo agguato la raffica di MORATO centrava l’aereo nemico e da quel giorno la Squadriglia non ha piu’ sorprese.  
L’aereo abbattuto cade tra le linee Repubblicane e quelle nazionaliste nei pressi di Valmojado (Toledo). MORATO ordina un “blitz” per catturare i resti per studiare le caratteristiche costruttive di questo velivolo che viene trasportato a Sevilla.  
Solamente la perfetta padronanza del velivolo alle basse velocita’ e la destrezza di MORATO avevano permesso un’abbattimento non da “manuale”.  

Le tre soprastanti foto riportano i rottami di un velivolo  in dotazione all’Aviazione Repubblicana. Con l’aiuto di  David Gesali e’ stato possibile stabilire che trattasi del velivolo francese di costruzione interamente metallica, Loire 46. Dalla banda e dalla coccarda (rossa) e’ possibile anche affermare che dovrebbe trattarsi di uno degli ultimi 6 esemplari giunti a Barcelona dalla Francia tra il 5 ed il 7 di settembre 1936 e trasferiti a Madrid con le insegne francesi e li ridipinti. 
Sempre nelle sopradette foto, con giubbetto scuro e pantaloni grigi e’ riconoscibile Chianese. Quello con la tuta bianca e’ probabilmente un pilota spagnolo. Gli altri sono specialisti. 

Velivolo Loire 46 (ges01)

Loire 46
Velivolo di costruzione francese, interamente metallico. Su disposizione del Primo Ministro francese Pierre Cot, gli aerei della 6° Squadriglia da caccia di Chartrés, dalla matricola N-088 a N-093, furono prelevati, disarmati ed inviati con vari scali fino all’aeroporto Prat a Barcelona. Arrivarono a destinazione cinque dei sei velivoli nei giorni 5, 6 e 7 di settembre 1936. Il rimanente velivolo, a causa di un’avaria, finiva a Tolouse – Francazal e si riuni’ con gli altri alcuni giorni piu’ tardi. 
Immatricolati con i numeri da 1 a 6, furono ripartiti fra la Esquadra Espana, la 2° Squadriglia Lafavette ed il 11° Gruppo dello spagnolo Martin Luna. Armati con mitragliatrici Vikers 7.7, furono impiegati sul fronte di Madrid. 

Chianese ricorda inoltre che quando volava in pattuglia (tre velivoli) con MORATO, al rientro alla base era solito effettuare una affondata e poi nella successiva cabrata effettuava due tonneau di fila per poi ricongiungersi dopo circa un minuto.  
Il MORATO, incuriosito da questa manovra, tenta piu’ volte di imitarla ma dopo un tonneau e mezzo va sempre in perdita di velocita’.  
Una sera ad una cena Chianese e’ seduto di fronte a MORATO ed alla sinistra di quest’ultimo c’e’ DEQUAL. Ad un certo punto DEQUAL si rivolge a Chianese: 
“MORATO vorrebbe sapere come riesci a fare i due tonneau in salita”.  
Chianese, colto di sorpresa dalla domanda e dando l’impressione di non voler rivelare il suo segreto (in realta’ anche lui non sa perche’ la manovra gli riesce), risponde in modo poco chiaro e quasi spavaldo:  
“Lo vede pure come faccio!”  
Qualche anno piu’ tardi realizza che nei tonneau in salita usava solo gli alettoni mentre gli altri usavano “lavorare” di pedaliera. Il CR32 non era esuberante in potenza e l’uso della pedaliera (timone di direzione) provocava un notevole aumento della resistenza aerodinamica e di conseguenza una perdita di velocita’ significativa. Oggi questi problemi fanno sorridere ma allora i piloti ben poco sapevano di aerodinamica e l’istinto del il volo  era elemento essenziale per il pilota.  

L’asso Spagnolo cap.no Garcia Morato, al centro ed a destra Chianese. La foto e’ stata scattata a Torrijos. Questo aeroporto era caratterizzato dalla vicinanza di numerosi filari di ulivi che venivano utilizzati per nascondere i velivoli alle ricognizioni repubblicane. L’aeroporto di Torrijos era vicino a Madrid e nonostante fosse una spina alla gola per i repubblicani, non fu mai localizzato (chi611)
Salas e Morato a Torrijos. Si notino sullo sfondo le piante di ulivo (ges03)

Il MORATO morira’, finita la guerra, effettuando una manovra a bassa quota proprio nei cieli di Spagna, durante le riprese di  un film sulla Guerra Legionaria. 
Chianese fa parte della “CUCARACHA” e con questa Squadriglia effettua diverse azioni di scorta ai bombardieri e di mitragliamento al suolo sul fronte di Novalperal, Talavera, Cadice, Aguires, Toledo, Chapineria, Aranjuez, Valmojado, Valcarnero, Illescas, S.Martire, Escorial, Navalcarnero, Torrijos, Getafe, Cuatro Vientos, Madrid.  
Alcune scorte sono agli aerei tedeschi da trasporto truppe, Junkers. In queste pattuglie, di solito con MANTELLI, l’eccessiva lentezza degli aerei tedeschi diventa un problema non indifferente per i piu’ veloci CR32.  
Seguendo l’avanzare del fronte, le basi di partenza dei CR32 si spostano a TALAVERA della Reinas e poi a TORRIJOS.  
Si tratta di superfici pianeggianti, spesso polverose sulle quali si allestiscono in tempi brevi delle strisce per i decolli ed atterraggi ed il minimo essenziale di infrastrutture logistiche.  
A TORRIJOS i CR32 sono cosi’ ben mimetizzati tra gli ulivi che i Repubblicani non riusciranno mai ad individuare la base nonostante questo aeroporto di fortuna rappresenti per loro una spina nel fianco. I CR32 decollano ed atterrano da una stretta e corta striscia d’erba tra i campi arati dai contadini.  
I libri sull’Aviazione Legionaria ignorano due piloti molto amici di Chianese. Di loro si conosce ben poco nonostante fossero molto considerati dai colleghi. Il primo, Franco COMELLI si guadagna in Spagna una medaglia di bronzo ed una d’argento e tornato in Italia muore poco dopo in un incidente.  

Ten.Franco Comelli della 91a Sq., goriziano, deceduto l’8 luglio 1938 mentre con un C.R.32Q entrava in collisione con una linea elettrica in fase di decolloa Foligno. Medaglia di bronzo e d’argento meritate nella Campagna di Spagna, dove aveva conseguito due abbattimenti. E’ sepolto nel cimitero di Gorizia ed una statua lo ricorda ai suoi concittadini (chi992)

Del secondo, Gino PASSERI, Chianese ricorda che alcuni suoi superiori e colleghi insinuavano che non dimostrasse abbastanza coraggio durante i combattimenti mentre probabilmente si doveva esser trovato in situazioni nelle quali era molto piu’ saggio non confrontarsi con un nemico in forze preponderanti.  
Probabilmente cio’ deve averlo condizionato al punto che in un combattimento affronta da solo tre aerei nemici, ne abbatte uno e rimane gravemente ferito. Riesce pero’ a riportare l’aereo alla base ma dopo l’atterraggio rimane in pista e viene trovato dai soccorritori ai comandi, privo di vita. Per questa azione gli viene conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare. 

Pilota legionario serg.m. GINO PASSERI – Dicembre 1936 – Luglio 1937
Portò l’Ala Sua vittoriosa per tutti i cieli di Spagna.  
Proposto per la promozione per merito di guerra
… alba del 7 Luglio 1937. Cielo di Madrid.
… con altri 12 cacciatori del gruppo Asso di Bastoni attacca una compatta formazione da caccia nemica forte di 30 unità. Lotta accanitissima Vittoria smagliante delle Ali Legionarie. Sul finire del combattimento, dopo avere già abbattuto un apparecchio nemico in fiamme, rimane colpito a morte da tre colpi di mitraglia nel petto In un supremo richiamo delle poche energie rimastegli tenta e riesce a portare le macchina Sua alata nelle linee amiche. Nella prossimità del campo l’Aquila precipita.
Alla Sua memoria è stata proposta la concessione della medaglia d’argento alValor Militare con la seguente motivazione:
Pilota e combattente di doti eccezionali, il giorno 7 Luglio 1937 in un impari combattimento contro soverchianti masse da caccia nemiche, terminato con una magnifica vittoria dell’Ala italiana, si batte’ da valorosissimo, fintantoche’ una raffica di mitragliatrice non fermò il suo grande cuore.
Cimitero Grinon – Campicello “GLORIETA”.

Gino Passeri (chi991)

FIAT C.R.32 – IL PROTAGONISTA DELLA GUERRA DI SPAGNA 
La Guerra Civile Spagnola vide uomini e macchine italiane schierati con il partito Nazionalista di Francisco Franco fin dall’agosto del 1936. I FIAT CR 32 inviati a sostegno dei nazionalisti erano ottimi caccia, i migliori di cui disponeva l’aviazione italiana in quel periodo; maneggevolissimo, sufficientemente armato e potente il “Chirri” , come venne soprannominato dagli spagnoli, divenne un terribile avversario per i piloti repubblicani.  
Progettato nel 1932 dall’ingegnere Celestino Rosatelli, venne prodotto in oltre 1.000 esemplari, 377 dei quali furono inviati in Spagna inquadrati nell’Aviazione Legionaria. Al termine del conflitto spagnolo risultarono abbattuti 71 CR 32 con la morte in combattimento di oltre trenta piloti italiani. 
Gli aerei superstiti alla data del 21 maggio 1939, vennero ceduti all’aviazione spagnola, continuando a prestare servizio fino al 1953quando se ne decise la radiazione insieme ai numerosi esemplari costruiti su licenza della Hispano Aviacion di Siviglia.  
I CR 32 legionari operarono con il VI-XVI-XXIII Gruppo del 3° Stormo Caccia, con la Squadriglia Autonoma Mitragliamento Frecce e con il X Gruppo Autonomo Caccia Baleari.  
Con la struttura in metallo e rivestito in tela di cotone, il CR 32 era dotato di un motore con dodici cilindri a V da 600 CV e raggiungeva la velocità di 370 Km/h. L’armamento era costituito da due mitragliatrici calibro 7.7 o 12.7 mm. installate nel muso e sparanti attraverso il disco dell’elica. 
L’esemplare di seguito illustrato era in carico alla Squadriglia Autonoma Mitragliamento con base a La Salada nella primavera del 1938. 

CR32personale del cap. Ferruccio Vosilla, comandante della Sq. Aut. Mitragliamento Frecce raffigurante. Disegno del s.ten. Mario Bellagambi (CR32 dwr)
Emblema della Cucaracha

Il cap. Mario BELLAGAMBI (generale in pensione) ed il cap. Ugo DRAGO (com.te Alitalia), sono considerati ex aequo i due maggiori Assi “nordisti” con 11 abbattimenti individuali ciascuno. 

O.M.S. (Operazioni Militari di Spagna) 

Dagli  stralci voli di guerra del Serg. Raffaele Chianese

AEROPORTO di SEVILLA-TABLADA:  
06/09/36: Prova apparecchio ( 15 min.)  
08/09/36: Allenamento pattuglia ( 40 min.)  
09/09/36: Sevilla – Caceres ( 55 min.) 

AEROPORTO di CACERES:  
10/09/36: Crociera protezione fronte Novalperal. Atteraggio a Salamanca. (110 min.)  
11/09/36: Crociera protezione fronte Talavera (100 min.) 
16/09/36: Crociera protezione fronte Talavera ( 80 min.) 
16/09/36: Crociera protezione fronte Talavera ( 90 min.) 
20/09/36: Crociera protezione fronte Talavera (115 min.) 
20/09/36: Partenza su allarme ( 30 min.)  
20/09/36: Crociera protezione fronte Talavera ( 65 min.) 
20/09/36: Partenza su allarme ( 45 min.)  
20/09/36: Crociera protezione fronte Talavera. Rientro in sede ( 85 min.)  
01/10/36: Crociera protezione su Cadice e Aguires (100 min.) 
02/10/36: Crociera protezione su Cadice (120 min.)  
03/10/36: Scorta S81 – Crociera protezione zona Caceres ( 90 min.) 
__/10/36: Crociera – Rientro avaria motore ( 15 min.) 
__/10/36: Sevilla – Talavera (105 min.)  
__/10/36: Crociera protezione fronte Toledo (115 min.) 
__/10/36: Crociera protezione fronte Toledo ( 70 min.) 
__/10/36: Crociera protezione fronte Toledo (110 min.) 
__/10/36: Crociera protezione fronte Toledo e Chapineria ( 35 min.) 
__/10/36: Scorta S81 zona Aranjuez ( 35 min.)  
__/10/36: Crociera protezione fronte Valmojado ( 80 min.) 
__/10/36: Crociera protezione fronte Valcarnero (120 min.) 
__/10/36: Crociera protezione fronte Valcarnero (115 min.) 
__/10/36: Crociera protezione fronte Illescas (135 min.) 
__/10/36: Scorta Ro37 zona Chapineria ( 65 min.)  
__/10/36: Vigilanza campo ( 50 min.)  
__/10/36: Crociera protezione fronte Illescas, Navalcarnero ( 95 min.) 
__/10/36: Vigilanza campo ( 60 min.)  
29/10/36: Crociera protezione fronte S.Martire-Escorial ( 80 min.) 
29/10/36: Crociera protezione fronte S.Martire-Escorial ( 60 min.) 
29/10/36: Crociera protezione fronte Illescas-Navalcarnero (135 min.) 
01/11/36: Vigilanza campo (115 min.)  
03/11/36: Talavera – Torrijos ( 25 min.)

AEROPORTO di TORRIJOS:  
03/11/36: Scorta S81 zona Aranjuez ( 85 min.)  
04/11/36: Partenza su allarme ( 40 min.)  
05/11/36: Crociera protezione fronte Getafe ( 65 min.) 
05/11/36: Crociera protezione fronte Getafe ( 75 min.) 
06/11/36: Crociera protezione fronte Getafe-Cuatro Vientos (135 min.) 
09/11/36: Scorta Ro37 fronte Madrid ( 70 min.)  
10/11/36: Scorta Ro37 e Junkers fronte Madrid ( 55 min.) 
14/11/36: Scorta Junkers fronte Madrid ( 90 min.)  
15/11/36: Scorta Junkers fronte Madrid e crociera (120 min.) 
17/11/36: Crociera su allarme (120 min.)  
18/11/36: Scorta bombardieri su Madrid (090 min.)  
19/11/36: Scorta bombardieri e crociera su Madrid (120 min.) 
19/11/36: Scorta bombardieri e crociera su Madrid (110 min.)

AEROPORTO di TALAVERA:
30/11/36: Crociera protezione fronte Talavera (120 min.) 
01/12/36: Crociera protezione fronte Talavera (115 min.) 
01/12/36: Crociera protezione fronte Talavera ( 40 min.) 

La compilazione degli Stralci Volo e’ ad opera del personale di terra e, sopratutto nella fase iniziale della OMS, si sono verificati alcuni errori od omissioni. Si noti infatti che nel periodo di ottobre mancano i giorni del mese e nel successivo elenco degli Stralci Volo per Ufficio Ricompense mancano dei voli anteriori a novembre durante i quali risulta che Chianese abbia abbattuto dei velivoli repubblicani.  
Da altre fonti e’ stato possibile risalire alla composizione di alcune Squadriglia o Pattuglie alle quali ha partecipato Chianese. Si notano alcune discrepanze poiche’ alcuni dei voli sotto riportati infatti non risultano negli Stralci Volo di Chianese:

10/09/36 – MANTELLI, FRANCESCHI, CHIANESE  
10/09/36 – MANTELLI, CHIANESE  
11/09/36 – DEQUAL, CHIANESE, AVVICO, FRANCESCHI, MAGISTRINI, MORATO, PATRIARCA, BUFFALI, BASCHIROTTO, (MANTELLI???) 
11/09/36 – MORATO, CHIANESE, BUFFALI  
16/09/36 – MANTELLI, FRANCESCHI, CHIANESE  
16/09/36 – MANTELLI, CHIANESE (seconda missione del 16/09, dopo perdita di FRANCESCHI)  

Sunto dei combattimenti dell’11/09 e 16/09 secondo F.Pedriali in “Guerra di Spagna e aviazione italiana” 
… L’11 settembre, all’alba, una Squadriglia decolla da Caceres per intercettare velivoli repubblicani nella zona di Talavera. Poco dopo, tre CR.32 al comando del capitano DEQUAL e con gregari AVVICO e PATRIARCA, intercettano a circa 3.000 metri tre Breguet XIX scortati piu’ in alto da alcuni Nieuport ND 52.  
I velivoli repubblicani sono inferiori come prestazioni ed il loro destino e’ segnato. Vengono abbattuti due Breguet rispettivamente da DEQUAL ed AVVICO. Un ND 52 viene colpito dal basso da PATRIARCA e precipita. 
Sempre al mattino decollano altri tre CR 32 al comando del capitano spagnolo Garcia MORATO e con gregari BUFFALI e CHIANESE. Vengono avvistati tre Breguet XIX e quattro Nieuport e nel combattimento che segue vengono abbattuti rispettivamente da MORATO e BUFFALI due caccia repubblicani. Il combattimento si svolge nei pressi di Talavera ed uno dei Nieuport 52 abbattuti e’ pilotato dal volontario dicianovenne CARTWRIGTH, deceduto nell’impatto con il suolo.  
Lo stesso giorno, al pomeriggio, FRANCESCHI e MAGISTRINI effettuano una scorta in quota di un Junkers Ju 52 spagnolo che deve effettuare una missione di bombardamento ad Est di Talavera. Lo Junkers viene intercettato da due Dewoitine D 371 e tre Nieuport ND 52.  
Il pilota di uno dei Nieuport e’ Giuseppe KRIZAJ, un italiano di sentimenti sloveni  che dopo aver effettuato il Corso Sottufficiali di Complemento nell’Aeronautica Italiana nel 1930 insieme a MAGISTRINI e CHIANESE, non era stato raffermato proprio per aver manifestato simpatie per l’irredentismo sloveno. Fuggito con un velivolo italiano a Lubiana, si era successivamente arruolato nelle file repubblicane della “Escadre Espagne”.  
MAGISTRINI inconsapevolmente si trova a combattere con il Nieuport del suo ex compagno di corso. KRIZAJ con l’aereo danneggiato effettua un atterraggio entro le linee repubblicane.  
FRANCESCHI ingaggia il combattimento con un Dewoitine ed anche lui ha la meglio.  
Gli altri aerei repubblicani abbandonano il combattimento ed il Junkers prosegue la sua missione. 
Il mattino del 16 settembre,  MANTELLI, FRANCESCHI e CHIANESE intercettano tre Dewoitine sopra Talavera. CHIANESE abbatte un Dewoitine e gli altri fuggono. Al termine del combattimento MANTELLI e CHIANESE non vedono piu’  FRANCESCHI ed essendo a corto di carburante rientrano a Caceres dove pensano di trovarlo. FRANCESCHI invece perde l’orientamento e finito il carburante atterra in territorio nemico dove viene ucciso. In totale nella giornata vengono abbattuti quattro velivoli repubblicani ed un CR32 e’ disperso. 
Dai ricordi seppure sbiaditi di Chianese nella realta’ i fatti dovrebbero essere alquanto diversi. Data la superiorita’ dei CR32, sommata al fatto che i tre Dewoitine furono sorpresi alle spalle e considerata l’abilita’ di MANTELLI, e’ impossibile che quest’ultimo non abbia abbattuto almeno un velivolo repubblicano. Un secondo Dewoitine e’ quello abbattuto da Chianese. Il terzo abbattimento riportato dagli osservatori a terra potrebbe essere il “terzo” Dewoitine inseguito da FRANCESCHI prima di perdere la vita per un errore di rotta. Altra ipotesi e’ che quest’ultimo abbattimento sia l’aereo civile dipinto di rosso “Miles M2h” che Chianese ha mitragliato (vedi racconto successivamente riportato). Il Dewoitine abbattuto da Chianese era pilotato da DOHERTY che rimase ferito.

Dal libro di Jesus Salas Larrazabal  
Los primeros servicios importantes de los Fiat peninsulares se produjeron el 11 de septiembre. Ese dia YAGUE comenzò su accion para apoderarse de la vital Sierra de San Vicente mediante una ruptura frontal del frente enemigo, cuyos flancos estaban bien asentados en los rios Tajo y Alberche y no dejaban resquicio a un posible envolvimiento Iateral. Castejon fue el encargado de la rotura, que afrontò con decision, viendo a los Fiat disputar ardorosamente la superioridad aerea a la caza de Madrid, con el deseo de vengar la derrota de fìnales de agosto.

Los diez Fiat de Caceres volaron a lo largo de la jornada, en cuatro formaciones, dos patrullas de tres aparatos cada una, mandadas por los capitanes Dequal y Morato, y dos parejas encabezadas por los tenientes Mantelli y Franceschi. El orden de salida fue el marcado anteriormente.

Al amanecer, la patrulla Dequal interceptò a tres Breguet-XIX enemigos y se apuntò el derribo de dos de ellos y de un Nieuport-52 que acudiò al combate. Pudo muy bien tratarse del pilotado por un britanico que OLOFF de WETT ILAMO CARTWRIGHT, pues segun LACALLE dicho piloto fue derribado en unaaccion en la que participò individualmente. Este dia murio FRANCISCO PORTILLO ORTEGA, que seria uno de los tripulantes de los Breguet.

Los Breguet gubernamentales volvieron a la carga, a pesar de lo ocurrido a primera hora, esta vez protegidos por dos Nieuport a cada lado, Morato y sus gregarios se Ianzaron contra la pareja de cazas del ala derecha y los dìeron por abatidos; un piloto derribado. En esta ocasion pudo ser el auxiliar de la Aeronautica Naval CARLOS COLOM, incorporado poco antes a la caza de HERRERA del DUQUE, o el sargento URTUBI.

Bonomi nos dice que uno de los Fiat de la primera patrulla y los tres de la segunda sufrieron averia de tren en la torna de tierra, algo insolito por malo que fuera el campo de aterrizaje, lo que obligò a disminuir de tres a dos los Fiat de las siguientes formaciones. En Madrid debieron de cornprender que los Nieuport no podian combatir contra los Fiat en igualdad numerica, lo que explcaria que MANTELLI no encontrase aparatos enemigos en la tercera salida. Por la tarde Madrid lanzo al aire una forrnaciòn de cinco cazas (dos Dewoitine 372 y tres Nieuport-52) que trato de abatir a un Junkers que bombardeaba la retaguardia de Talavera, sin ver, quizà, a la pareja Fiat del teniente FRANCESCHI y eI sargento MAGISTRINI (protagonista del primero derribo de un Dewoitine, el del teniente DE HARO en GUADIX); FRANCESCHI declaro’ haber derribado un Dewoitine y MAGISTRINI un Nieuport, sin que BONOMI nos de mas detalles de este combate. 

Nieuport 52 – Getafe Squadron – 1935 (ges26)

Il 16 settembre, come descritto nel libro di Pedriali, Chianese assieme a MANTELLI e FRANCESCHI decollano da Caceres diretti sul fronte di Madrid. Improvvisamente compaiono tre Dewoitine che volano con prua Sud Ovest ed inizia il combattimento a Sud di Talavera nella zona in cui alcuni mesi prima cadde MONICO. Chianese colpisce subito un Dewoitine e lo insegue per alcuni secondi per accertarsi di averlo abbattuto. Quando lo abbandona al suo destino esce ad una quota piu’ bassa e mentre si appresta a risalire si trova in coda ad un velivolo dipinto di rosso (Miles M2H). Alla distanza di 100 metri spara una breve raffica di circa una trentina di colpi nella sua direzione e per poco non colpisce FRANCESCHI che improvvisamente gli taglia la rotta (forse anche lui inseguiva il velivolo rosso). Chianese viene colpito dal fatto che il velivolo che era in leggera discesa, non manovra per sfuggire e pertanto gli si affianca a circa una decina di metri. E’ un monoplano ad ala bassa con due sedili in tandem. I piloti hanno la testa rivolta verso il cruscotto e sono immobili e l’aereo va aumentando il suo angolo di discesa. Chianese realizza solo ora che si tratta di un velivolo non armato, forse civile e rammaricandosi di essere statto troppo tempestivo nell’aprire il fuoco, manovra per ricongiungersi alla sua Squadriglia. Come menzionato dal Pedriali, FRANCESCHI perde l’orientamento e non rientrera’ alla base.  

Le caratteristiche del velivolo descritto da Chianese fanno dedurre che potrebbe trattarsi del monoplano di costruzione inglese Miles M.2H (ges08)

Ritornato al Campo, Chianese stende rapporto sul combattimento e tralascia l’episodio dell’aereo disarmato. Poco dopo giungono dal fronte le segnalazioni degli abbattimenti rilevati dai nostri osservatori che riportano anche di un velivolo da ricognizione con due piloti a bordo abbattuto. Chianese si rivolge al comandante DEQUAL e riferisce dell’episodio del velivolo rosso e che prima aveva omesso. DEQUAL pero’ non sente ragione si rifiuta di assegnare a lui l’abbattimento e lo accredita alla Squadriglia. Chianese ricordera’ con rancore questo episodio poiche’ il triestino DEQUAL che piu’ volte si era gia’ dimostrato diffidente nei confronti dei piloti “meridionali”, aveva fatto intendere che reputava non veritiera ed opportuna la sua tardiva dichiarazione. 

Dagli  stralci voli per l’ufficio ricompense: 
(Abbattimenti Aerei Nemici) dal 01-09-1936 al 24-11-1936

11/09/36: Crociera protezione fronte Talavera (100 min.) – 1 velivolo abbattuto  
16/09/36: Crociera protezione fronte Talavera ( 80 min.) – 1 velivolo abbattuto  
01/11/36: Vigilanza Campo (115 min) – Si inseguono Martin Bomber che vengono posti in fuga a bombardamento effettuato. 
05/11/36: Crociera protezione fronte Getafe (65 min) – Combattimento con 3 Potez ….. Martin Bomber, vengono abbattuti 8 Curtiss, 1 Potez, 1 Martin Bomber mitragliato si allontana con inizio d’incendio. 1 velivolo (Curtiss) abbattuto (individuale).  
14/11/36: Scorta bombardieri Junkers su Madrid (90min) – Si avvistano 9 apparecchi …. ma non attaccano … 
15/11/36: Scorta bombardieri Junkers su Madrid e crociera (120min) – Pattuglia monoplani da caccia attacca (Curtiss). 1 velivolo abbattuto (Curtiss) (individuale).  
 17/11/36: Crociera su allarme (120min) –  
 18/11/36: Scorta bomb. su Madrid (90min) –  
 19/11/36: Scorta bomb. e crociera su Madrid (120min) –  
 19/11/39: Scorta bomb. e crociera su Madrid (110min) – 4 velivoli abbattuti (collettivi). 


ESERCITO ESPANOL En atencion a los meritos contraidos en Operaciones de Guerra por el Brigada Chianesi Raffaele. S.E. el Jefe del Estado Generalisimo de los ejercitos Nacionales ha tenido a bien concederle la MEDALLA DE SUFRIMIENTOS POR LA PATRIA y para que conste para satisfaccion del interesado, erpido en nombre de S.E. el presente diploma en Burgos a 24 de Abril de 1939, Ano de la Victoria. El Ministro de Defensa Nacional. (raf38r)

Jesus Salas Larrazabal  
Anexo 44 
Actuacion de los fiat en  agosto y septiembre de 1936 
Victorias aereas reclamadas  
Fecha Fronte     Piloto      Avion    Piloto derribado 
21-08 Cordoba    CECCARELLI  Ni-52  
27-08 Guadix     MAGISTRINI  Dew.     Antonio de Haro Lopez (+)11-09 Talavera   DEQUAL      Br.XIX   Francisco Portillo Ortega
11-09 Talavera   AVVICO      Br.XIX
11-09 Talavera   MORATO      Ni-52    Antonio Andres Pascual (+)
11-09 Talavera   PATRIARCA   Ni-52    Carlos Colom Moliner (+)
11-09 Talavera   CHIANESE    Ni-52    Cartwright (+)
11-09 Talavera   MAG1STRINI  Ni-52
11-09 Talavera   FRANCESCHI  Dew.
13-09 Talavera   PATRIARCA   Ni-52    Felix Urtubi Ercilla (+)
13-09 Talavera   BASCHIROTTO Ni-52    Amigo de Doherty
16-09 Talavera   CHIANESE    Dew.     Doherty (herido)
16-09 Talavera   BOETTI      Dew.     Gnffiths (herido)
16-09 Talavera   MORATO      Po-54    Tomo’ t.en Navalcarnero
16-09 Talavera   MANTELLI    Br-XIX
18-09 Talavera   MANTELLI    Dew.     Hantz
20-09 Talavera   MORATO      Fury
22-09 Toledo     DEQUAL      Br-XIX
22-09 Toledo     BUFFALI     Br-XIX
22-09 Toledo     BUFFALI     Dew.     Clifford
22-09 Toledo     MONTEGNACCO Dew.     Maurice
22-09 Toledo     Po-54    Dicen toma t.fuera de campo y capota
25-09 Toledo     MONTEGNACCO Dew.     Smith-Piggot
25-09 Toledo     PRESEL      Dew.     Mouillinet
25-09 Toledo     VIVARELLI   Br-XIX
25-09 Toledo     SALAS       Po-54    Joaquin Mellado Pascual y otros (+ ..)
26-09 Toledo     PRESEL      caza     Rafael Pena Dugo (herido)

I Potez sopra menzionati erano dei bombardieri medi molto veloci per quei tempi. Chianese ricorda che quando venivano attaccati si mettevano in leggera picchiata, retraevano le torrette con le mitragliatrici e per i CR32 era difficile raggiungerli.    Racconta inoltre che in uno di questi combattimenti ben quattro CR32 scaricarono tutte le munizioni su un Potez che stava a 200 mt. Le mitragliatrici 7.7 mm avevano la massima efficacia a circa 70 mt ma comunque il Potez incasso’ tutti i colpi e riusci’ ad atterrare con un motorista ferito ai comandi ed il resto dell’equipaggio deceduto.  
Il 5 di novembre Chianese ed AVVICO volano in pattuglia per una missione di scorta comandata dal capitano MACCAGNO che proviene dai bombardieri.  
Improvvisamente i gregari (Chianese ed Avvico) notano che dalla loro sinistra e dal basso si stanno avvicinando numerosi i nuovi e temuti caccia Polikarpov I-15 (Chato).  
Chianese ed AVVICO cominciano a far oscillare ripetutamente le ali per attrarre l’attenzione del capitano MACCAGNO ma questi continua a non capire e guardare verso il basso invece che alle spalle.  
I velivoli nemici sono piu’ bassi ma cominciano ad essere pericolosamente vicini e Chianese insieme all’altro gregario si portano davanti a MACCAGNO oscillando le ali ma questi continua a volare diritto e non comprende il pericolo. 
I due gregari abbandonano il comandante della Squadriglia prima che sia troppo tardi e cabrano puntando il sole per rendersi meno visibili agli attaccanti.  
Chianese, quando uno dei Polikarpov gli e’ vicino e circa 50 mt piu’ in basso, effettua una brusca cabrata e  quando la velocita’ scende, vira stretto a sinistra nella sua direzione. Il Polikarpov gli si presenta di fianco con un angolo di circa 45°. Chianese fa partire una raffica e lo centra. Il velivolo perde subito quota e lui lo insegue in discesa per circa 2000 metri per accertarsi che non sia una manovra elusiva. Abbandonato al suo destino il Polikarpov ora si trova troppo basso e conseguentemente piu’ vulnerabile per riprendere il combattimento e pertanto decide di rientrare alla sua base.  
Poco dopo rientrano alla spicciolata anche gli altri CR32. Manca solo il velivolo di MACCAGNO. Quel giorno vengono abbattuti 8 velivoli nemici.  
Il capitano MACCAGNO che si e’ reso conto troppo tardi del pericolo, viene abbattuto e si lancia col paracadute finendo su Madrid. Giunto a terra viene circondato da civili che tentano di linciarlo e si salva grazie all’intervento di un connazionale fuoruscito che combatte dalla parte dei repubblicani, si tratta di Giuseppe Di Vittorio, che dopo la Seconda Guerra diverra’ capo della Confederazione Italiana del Lavoro. Il MACCAGNO in questo incidente perdera’ la gamba a causa delle ferite riportate. Questa azione e’ rimasta memorabile poiche’ i 9 CR32 abbatterono 8 Polikarpov con una sola perdita, il cap. MACCAGNO.  
Nel 1939 in occasione di un Raduno a Genova dei piloti che parteciparono alla Guerra Civile Spagnola, Chianese incontra il capitano MACCAGNO che si lamenta di essere stato “abbandonato” dai suoi gregari durante quel famoso combattimento sui cieli di Spagna. Chianese, che non ha molte doti diplomatiche, gli ricorda che la prima regola per un pilota da caccia e’ quella di volare sempre con un occhio alle spalle.  
Al Raduno c’e’ anche MATHIS, il pilota del R01  che il 2 dicembre 1936, mentre cercava di rintracciare Chianese ebbe un’avaria motore che lo costrinse ad un atterraggio di fortuna.  Porta ancora ben visibili i segni delle gravi ferite causate da quella azione. Al Chianese dice sorridendo: “Guarda come mi sono ridotto per tentare di salvarti!”.  
C’e’ anche BASCHIROTTO e Chianese gli fa notare che se, invece di rientrare subito alla base per avvisare del suo incidente, fosse rimasto a circuitare sopra di lui mitragliando i pochi repubblicani che ancora non lo avevano circondato e catturato, sarebbe riuscito a raggiungere le linee amiche che distavano meno di sette chilometri. Poiche’ l’incidente era avvenuto pochi minuti dal decollo, il serbatoio era quasi pieno e BASCHIROTTO aveva due ore di autonomia che gli avrebbero consentito di “scortarlo” fino alla base, su un terreno che oltretutto era libero da truppe nemiche. 

Il combattimento del 5 novembre 
(tratto da “L’aviazione legionaria in Spagna” di Guido Mattioli – 1937)

………. E’ il giorno 5 novembre, un giorno che rimarra’ memorabile nella storia della Squadriglia, …

La Squadriglia Legionaria si leva in volo con tutti i suoi apparecchi: sono nove e sfrecciano uniti, meravigliosi. I piloti fanno tesoro di tutti gli insegnamenti e di tutti gli allenamenti. Il volo della “Cucaracha” sembra quello di una macchina sola, tanto e’ perfetto; un legame invisibile unisce su nel cielo, i nove apparecchi.

Ed ecco che quindici “Curtiss”, anch’essi raccolti in un fazzoletto, muovono incontro agli apparecchi legionari. Sembrano sicuri della vittoria, tanta e’ la baldanza con cui avanzano; ed invece una durissima lezione li attende, che i Legionari, impareggiabili nella bravura e nell’ardimento, danno il tono che vogliono alla battaglia.

Nel cielo di Madrid e’ un roteare fantastico di macchine alate, uno sfrecciare velocissimo di velivoli, un guizzare repentino di cavalieri del cielo. I duelli si accendono; nella proporzione di un Legionaro contro due avversari s’ingaggia per tutto il cielo la terribile tenzone. La battaglia e’ epica. Ecco un apparecchio avversario che precipita in fiamme, mentre la formazione dei “Curtiss” si sfascia.

Qualche aereo avversario, vista la mala parata, comincia a fuggire: e’ il momento buono e i Legionari se ne avvedono. In men che non si dica altri tre o quattro precipitano bruciati e si fracassano al suolo. Dopo venti minuti di combattimento torna la calma ; ben otto “Curtiss” sono stati abbattuti dalle precise raffiche dei Legionari. Gli altri apparecchi avversari si sono dileguati, prudentemente. Signori del cielo di Madrid sono rimasti gli apparecchi legionari, che si riuniscono in formazione: ne manca uno all’appello, quello di PECORI.

Per gli avversari la lezione non poteva essere piu’ dura; se ne ricorderanno per un pezzo.  
Cosi’ chiude la “Cucaracha” la sua esistenza di settantasei giorni.

La gloriosa Squadriglia diventera’ piu’ tardi un Gruppo, con lo stesso nome, ed anche il Gruppo si coprira’ di gloria. Il bilancio non poteva essere piu’ bello: settantacinque aeroplani nemici abbattuti, di cui piu’ della meta’ da caccia, due dirigibili incendiati, padronanza assoluta del cielo nel settore controllato. Dei Legionari, sette piloti avevano scritto col loro sangue l’eroica storia. ……….

Il combattimento del 19 novembre 
(tratto da “L’aviazione legionaria in Spagna” di Guido Mattioli – 1937)

Particolarmente terrificante fu l’azione del 19 novembre … Curtiss e Rata tentano di attaccare i bombardieri. La manovra è vana chè la battaglia è inevitabile: al termine di essa ben quattro apparecchi rossi risultano abbattuti da NOTABILI, ROCCA, DE PRETIS e GIORGI.

A Torrijos, verso la fine di novembre, c’e’ all’improvviso una partenza su allarme ma il velivolo di Chianese non e’ pronto. Il comandante di Torrijos magg. Tarcisio FAGNANI gli ordina di prendere un altro CR32 gia’ rifornito ed armato.  
Durante un mitragliamento di una colonna nemica un tubo dell’olio di lubrificazione del motore si rompe e gli imbratta il parabrezza al punto che deve rientrare alla base. In atterraggio la visibilita’ attraverso il parabrezza e’ cosi’ scarsa che deve atterrare sporgendosi lateralmente per vedere la pista. A Torrijos si atterra su una stretta striscia erbosa molto stretta e corta, fiancheggiata da campi arati e Chianese non si avvede che con il carrello sul lato opposto invade i solchi del campo arato. Il velivolo sprofonda con il carrello senza riportare danni apparenti. Giunto al Comando viene assalito dal tenente LARSIMONT che lo redarguisce per aver usato il “suo” aereo e lo accusa di averglielo danneggiato. 
Chianese tenta inutilmente di  spiegarsi ma alla fine non si trattiene e risponde per le rime al tenente concludendo con ” … e si ricordi che le ho insegnato io a volare!”. 
A Gorizia infatti il s.ten. LARSIMONT era giunto con poca esperienza di volo ed era solito chiedere aiuto al serg. Chianese. Gli chiedeva di osservare da terra le sue manovre acrobatiche per avere consigli sul come perfezionarsi. Cercava anche lui di imitare il famoso doppio tonneau in piedi di Chianese e cosi’ tra i due, seppure ci fosse una differenza di grado, s’era instaurato un buon rapporto di collaborazione ed amicizia.  
Chianese viene chiamato dal magg. FAGNANI che riconosce le sue ragioni ma non giustifica la sua reazione con il superiore e gli assegna 15 giorni di arresti.  
In tempo di guerra gli arresti non esentano dalle missioni e Chianese per ripicca “marca” visita. Questo contribuisce a deteriorare i rapporti con i superiori ed alla fine Chianese viene trasferito dall’aeroporto di Torrijos a Talavera, presso un altro Reparto.  
Poco dopo, sempre a seguito di una partenza su allarme, il suo velivolo si incendiera’ e sara’ costretto a lanciarsi cadendo prigioniero.  
Anche il tenente cadra’ prigioniero dei repubblicani e fortunatamente non capitera’ nello stesso carcere di Chianese che altrimenti non avrebbe esitato a “fargliela pagare”, rischiando provvedimenti ancora piu’ seri al suo rientro in Italia. 
LARSIMONT perira’ il 26-06-1942 in ASI mentre, con l’aeroporto sotto bombardamento, correva verso il suo velivolo per decollare. Il suo fedele cagnolino “Curtiss” che LARSIMONT soleva portare con se durante le missioni, venne pure lui colpito dall’esplosione e pietosamente finito da MALVEZZI.  
Il magg. FAGNANI informera’ in seguito Chianese di aver inoltrato una proposta di Medaglia d’Argento a suo favore ma questa probabilmente va persa nei meandri della burocrazia o nella confusione dei primi mesi di guerra e non giungera’ a Roma.

L’incidente di volo e la prigionia di Chianese

Chianese e’ da poco a Talavera ed il 1 dicembre 1936, verso le 15.30 viene segnalata una colonna nemica in avanzata a circa 8 Km a Sud dell’Aeroporto ed immediatamente viene data la  partenza su allarme. Il velivolo di Chianese e’ in fase di rifornimento e l’operazione viene interrotta bruscamente causando un’abbondante fuoruscita di carburante che penetra in fusoliera.  
Durante il rullaggio ed il decollo Chianese e’ costretto a tenere la testa spostata verso l’esterno a causa dei vapori di benzina esalati dalla fusoliera.  
Pochi minuti dopo, in coppia il gregario Gian Lino BASCHIROTTO, nota un gruppo di circa 8 soldati repubblicani nei pressi di una casa di campagna. Si porta ad una quota di circa 50 metri ed apre il fuoco con una sola delle due mitragliatrici contro il gruppo di soldati che nel frattempo si erano rifugiati all’interno della casa. Nota molto fumo provenire dalla mitragliatrice e pensa che cio’ sia dovuto all’eccessiva lubrificazione dei nastri delle munizioni. Si predispone per un secondo passaggio ed arma anche la seconda mitragliatrice puntando le armi su una finestra. Una frazione di secondo dopo aver aperto il fuoco si innesca all’interno dell’obitacolo un incendio violentissimo che lo avvolge completamente.  
Essendo impossibile in quelle condizioni effettuare un atterraggio di fortuna o lanciarsi, sopporta il calore e cabra bruscamente per raggiungere una quota di circa 200-300 mt e quindi rovescia il velivolo e lo abbandona.  
Il paracadute fortunatamente non si incendia e si apre all’ultimo istante toccando terra circa 5 Km. a Sud dell’Aeroporto. Appena abbandonato il paracadute viene subito fatto bersaglio dalla fucileria dei Repubblicani che si trovavano a non piu’ di 300 mt.  
Fugge in direzione di un torrente e si getta nell’alveo dove trova rifugio in una buca nascosta dalla sterpaglia. Un soldato spagnolo intravede i piedi che sporgono dalla buca che e’ troppo piccola per contenerlo e viene catturato e condotto nella casa che prima aveva preso di mira. Fortunatamente durante il mitragliamento nessuno dei soldati e’ stato colpito altrimenti sicuramente la sua sorte sarebbe stata segnata.  
Poco dopo il suo gregario informa la Base dell’incidente occorso a Chianese e dopo circa trenta minuti viene inviato sul posto un velivolo da trasporto americano (DC2) pilotato da HAYA, con a bordo una decina di soldati armati incaricati di tentare il recupero. L’aereo lo sorvola ad una decina di metri proprio mentre lo stanno per portare via dalla casa colonica e caricare su un mezzo militare. I Repubblicani gli puntano il fucile e lo fanno subito rientrare. Non e’ il caso di attirare l’attenzione.  
Il giorno successivo viene inviato anche un aereo bibosto Ro1 che sfortunatamente ha una “piantata di motore” (avaria meccanica) ed e’ costretto ad un atterraggio di emergenza in territorio nemico. L’aereo che volava ad una quota di circa 60 – 70 metri ha ancora le bombe a bordo che non fa in tempo a sganciare. Al posto dell’osservatore c’e’ un pilota, Ugo DI MARZIO che, colto dal panico, si lancia col paracadute ma essendo troppo basso muore. Il pilota del Ro1, MATTIS, si ferisce seriamente durante l’atterraggio di fortuna ed a sua volta viene fatto prigioniero. Al DI MARZIO verra’ concessa la medaglia d’oro al Valor Militare. Secondo altre fonti il DI MARZIO rimane a bordo e muore nell’impatto con il suolo mentre il MATTIS si lancia col paracadute e viene catturato.

Da “Viva la Muerte”, diario del ten.colonnello Ruggero Bonomi, comandante dell’Aviazione Legionaria

MARTEDI’ 1° DICEMBRE 1936 XV  
Portatosi in quota aveva dato ordine all’equipaggio di cercare comunque di liberarsi della bomba, e non potendo fare  
altrimenti aveva ordinato di sganciare tutto il cestello. Per questa operazione era occorso molto tempo. Prima di dare l’ordine  
di mollare bomba e cestello si era portato al di là del lago in modo che lo scoppio avvenisse in territorio rosso. Tutto  
l’equipaggio, rimasto per tanto tempo in quota coi portelloni aperti, era assiderato dal freddo. Muti mi racconta tutto  
scherzosamente. Come e’ sua abitudine, lui gira sempre in barzelletta le situazioni piu’ drammatiche e più rischiose che  
compie.

Ieri sera, durante l’ultima crociera, un CR32 pilotato da Chianese mentre rientrava è stato colpito da terra.  
L’apparecchio si è incendiato ed il pilota, lanciatosi col paracadute, ha toccato terra incolume ad un chilometro  
circa da San Bartelemy de las Abiertas, paese sulla riva destra del lago. Il sezionario (Gian Lino Baschirotto) ha  
visto Chianese correre verso un oliveto, poi lo ha perso di vista. Ho mandato subito due Romeo in ricognizione  
ma più nulla è stato visto.  
I rossi crederanno che la bomba di questa notte sia una conseguenza della cattura di Chianese.

MERCOLEDI 2 DICEMBRE 1936 XV  
I Romeo assieme ad una formazione di Junkers effettuano il bombardamento di Pozzuelo de Aravaca.- La caccia, con una formazione di 16 CR32, esegue la scorta ad una grossa formazione di Junkers in una azione di bombardamento su Madrid. La caccia nemica ha tentato di respingere i nostri bombardieri, ma dopo un breve combattimento coi CR32 ha abbandonato l’attacco. Nello scontro non si sono avute perdite ne’ per noi, ne’ per loro. Continuiamo inutilmente ad eseguire ricognizioni nella zona ove è stato abbattute ieri Chianese.  
Purtroppo durante queste ricognizioni, un Romeo, nei pressi di La Puebla Nueva, viene colpito da terra e precipita. L’osservatore Di Marzio si lancia col paracadute, ma data la bassa quota va a schiacciarsi al suolo. Il pilota Matis, invece, tenta di atterrare ma sfascia totalmente l’apparecchio entro un «barranco» e si ferisce gravemente alla faccia. Una pattuglia di falangisti partita immediatamente da Talavera, passa il lago e riesce a riportare Matis ed il cadavere di Di Marzio.

tratto da “La Aviacion Legionaria en la guerra civil  Espagnola” di Alcofar Nassaes  
(il racconto dell’incidente contiene alcune imprecisioni che sono riportate sottolineate)

…. aquel dia, fue tambien  derribado el  Fiat de Chianese. Habia salido de servicio de vigilancia, cuando fue sorprendido y derribado por tres aparatos enemigos. Chianese pudo saltar en paracaidas y caer en un terreno al este del rio, consiguiendo esconderse en los olivares cercanos a San Bartolome de las Abiertas. Pero fue apresado por patrullas enemigas al dia siguiente. Salió a buscarlo un romeo, que pudo encontras los restos del aparato, pero que no vio a su piloto. En sus evoluciones sobre territorio enemigo a baja altura , fué alcanzado por proyectiles enemigos y empezo a perder combustible; su observador el sargento DI MARZIO, se lanzó en paracaidas, pero la baja altura a la que volaba impidio que este se abriera y se estrello contra el suelo. El piloto MATIS, intento realizar un aterrizaje de emergencia, pero las irregularidades del terreno motivaron que se perdiera por completo el aparato. Una patrulla de la bandela de la falanfe que guarnecia la colina, logró recuperar a MATIS y el cadaver de DI MARZIO. (1)

(1) Dino DI MARZIO, nacido en Pescara en 1910, era perito industrial cuando decidio ingresar en la Aeronautica, siguiendo un curso en el aeropuerto de Capua en 1931; despues paso a la Escuela de Passignano, y mas tarde a un grupo de Hidroaviones, ascendiendo en 1935 al grado de sargento mayor. Legó a España el 16 de Noviembre de 1936.

tratto dal libro di Garcia MORATO

MORATO in his book writes that for the first time in the story of military Aviation, the Air Force pushed back the infantry. Around Talavera were many nationalist airfields and all of these were involved in the event of 1° of december 1936. To these operations took part MORATO with his “Patrulla”, RICCI with  the 3° “Escuadrilla”, COLACICCHI with the 1° “Escuadrilla” OA (Ro37bis) and MARCHI (?) with S81 “Bomber Group”.  
The republicans approached to the nationalist positions during the night, travelling on trucks and towing the artillery. The republican artillery threatened the  S81 “Bomber Group” and this caused the departure of all nationalist aircraft from every airdrome. CHIANESE and BASCHIROTTO took off on scramble with the order to attack the infantry. They were not aware about the dimension and the risk of repubblican advance.  
Morato writes the nationalist operations were a great success and “only one” aircraft was lost and the pilot captured. HAYA, with a DC2 and DE MARZIO, with the Ro37bis, took part into CHIANESE recovery attempt.

tratto dal libro di LARRAZABAL

The 1th of December were reported ground attacks close to POZUELO and HUMERA.  
The 2th of December, 18 Polikarpov R-5 Rasante, attacked TALAVERA airfield and destroyed a S81 on ground. Two more were damaged.

tratto dal libro di NASSAES

.. al medidodia una formacion de 18 sesquiplanos enemigos ataco el aerodromo de VELADA, saliendo bajisimos, de entre las colinas y no dando tiempo de adoptar ninguna medida, se dirigieron directamente a los grupos de arboles que ocultaban los aviones que segun BONOMI, no podian haver visto dad la baja altura a la que volaban y los ametrallaron y bombardearon con bombas de fragmentacion, consiguinedo averias a tres de ellos. Las bombas fueron poco eficaces, pero el ametrallamiento alcanzo partes vitales de los aparatos, uno de los aviones enemigos fue abatido por una descarga afortunada de las tropas de tierra.  
CENNI, que se encontraba de patrulla , persiguio a los atacantes, logrando derribar a tres de ellos …

Spogliato di ogni effetto personale evita di essere picchiato gravemente grazie all’intervento di un ufficiale che blocca un soldato che gia’ stava per colpirlo alla testa con il calcio del fucile. 
Inizia il viaggio su un’auto militare verso Valencia e durante il tragitto viene piu’ volte fermato ed interrogato in modo formale. Passando a Sud di Madrid, nei pressi di Toledo viene portato in un grande edificio isolato e con una grande scalinata in pietra. Alla sommita’ di questa, in un atrio, viene stranamente lasciato incustodito per circa un’ora. Gli viene il dubbio che si tratti di un tranello per indurlo alla fuga ed ucciderlo e, considerando che per raggiungere le sue linee avrebbe dovuto attraversare il fiume Tajo, desiste da ogni tentativo.  
E’ sottoposto ad un interrogatorio da parte di un capitano spagnolo di complemento che lo tratta prima con modi severi e poi diventa piu’ cordiale al punto che gli confida di essere nella vita civile un professore di matematica ed amante dell’Italia. Alla fine lo accompagna dietro alla mensa ufficiali e gli offre da mangiare ed infine lo lascia augurandogli buona fortuna.  
Riprende il viaggio verso Valencia ma durante il percorso una moto staffetta porta l’ordine di tornare indietro poiche’ una “personalita’ russa” vuole interrogare il prigioniero.  
Viene sottoposto ad un nuovo interrogatorio da parte di un colonello russo dal comportamento e modi molto violenti.  
E’ presente pure un ufficiale pilota spagnolo che sembra interessarsi principalmente alla tecnica di volo degli italiani e che gli confida sinceramente di non portar alcun rancore nei confronti dei colleghi italiani.  
Nel frattempo l’Aeronautica Militare non si rassegna alla perdita di un pilota che a Gorizia si era guadagnato un certo prestigio ed il giorno stesso invia dei velivoli che lanciano migliaia di volantini in territorio nemico con il seguente messaggio: 

Questo volantino fu conservato e consegnato a Chianese da un collega durante il raduno dei reduci di Spagna a Genova nel ’39. (raf92)
Arrivato a Valencia viene rinchiuso in una caserma adibita a campo di prigionia dove sono rinchiusi oltre agli spagnoli anche alcuni italiani.
  
Sparsasi la voce che un pilota italiano e’ stato catturato, vengono a “fargli visita” alcuni “fuorusciti” italiani che passano per la caserma, centro di arruolamento dei volontari di varie nazioni che accorrono in aiuto dei Repubblicani.
 
Molti di questi italiani spesso lo insultano o tentano di colpirlo ma i militari spagnoli si dimostrano sempre molto corretti ed intervengono a difenderlo dalle angherie dei suoi connazionali. Spesso gli stessi militari spagnoli, passando vicino alla sua cella gli gettano, senza farsi scorgere, cibo e sigarette.
  
Un giorno il comandante del battaglione Garibaldi, Randolfo Pacciardi, futuro personaggio della politica italiana, si presenta alla caserma in divisa spagnola e si fa aprire la cella dalle guardie. Dopo alcune domande accusa Chianese di infangare il buon nome dei napoletani(?) combattendo dalla parte dei nazionalisti e lo schiaffeggia con violenza.
  
Chianese viene un giorno spostato dalla sua cella in quello che precedentemente  era il Circolo Ufficiali ed ora a sua volta trasformato in piu’ celle. Qui ha come compagni di prigionia un maggiore e due sottotenenti dell’Esercito Italiano. I tre lo trattano con riguardo inusitato per essere un sottufficiale e soltanto verso la fine della prigionia comprendera’ il motivo.
 
I tre ufficiali si trovavano tra il 10 ed il 14 marzo 1937 nella localita’ chiamata “Bosco di Brihuega” a circa 25 Km a nord di Guadalajara, in cui le nostre truppe subirono una sconfitta. Avevano con loro diversi prigionieri repubblicani e quando si accorsero di essere circondati tentarono di rompere l’accerchiamento e per muoversi piu’ agevolmente si liberarono dei prigionieri, trucidandoli. Non riuscirono nel loro intento e furono catturati dai repubblicani. Quest’ultimi, scoperto l’eccidio, cercarono di individuare i colpevoli e sospettavano anche i tre militari. L’arrivo di Chianese li aveva convinti che fosse una mossa per introdurre tra di loro una spia al servizio dei repubblicani.
 
Dopo circa due mesi cade prigioniero e viene rinchiuso nella stessa caserma pure Mario BANDINI, ma Chianese verra’ a saperlo solamente alla fine della prigionia.
  
Mario BANDINI faceva parte di una formazione di sei CR32 che il 29 gennaio 1937, trovatisi in mezzo alle nubi hanno perso la rotta e si sono dovuti lanciare o effettuare atterraggi di fortuna. Insieme a BANDINI c’e’ il s.ten CENNI che ha scritto il diario di prigionia di seguito riportato.
 
BANDINI viene rinchiuso in una cella attigua a quella di Chianese. Un giorno lo sente fischiare e chiede alla guardia se il suo vicino di cella e’ italiano e come si chiama. Saputo che si tratta di Chianese non palesa di riconoscerlo ne tantomeno di mettersi in contatto con lui, nel timore di far trapelare la sua vera identita’ ai repubblicani.
  
Intorno aprile del1937 tutti i prigionieri vengono trasferiti al “Carcel Modelo” di Valencia che e’ un vecchio convento adibito a carcere e in condizioni un po’ piu’ vivibili e qui Chianese finalmente incontra il BANDINI. I tre ufficiali dell’Esercito realizzano che il loro ospite non poteva essere una spia ed il loro atteggiamento cambia completamente e lo trattano ora con distacco. Gira la voce che si stia trattando per uno scambio di prigionieri ed il maggiore dell’Esercito, parlando con i colleghi si dice sicuro che la scelta cadra’ su di lui.
  
Pochi giorni piu’ tardi viene in visita al “Carcel Modelo” una Delegazione Internazionale della Croce Rossa per constatare le condizioni di vita dei prigionieri. Tutti i prigionieri sono radunati al centro del carcere davanti alla Delegazione che e’ accompagnata da ufficiali spagnoli quando improvvisamente uno di quest’ultimi si allontana dal gruppo e va incontro a Chianese. E’ il capitano spagnolo che per primo lo ha interrogato subito dopo la cattura e che incurante dei colleghi della delegazione, lo abbraccia e si dice felice di rivederlo vivo. Finita la guerra, gli confida, spera di venire in Italia ed incontrarlo.
  
Il capitano nelle sue ispezioni al carcere e’ solito far liberare Chianese e da lui farsi accompagnare.
 
Prima di partire per la Spagna, le istruzioni impartite a tutti i “legionari” erano che, in caso di cattura da parte dei repubblicani, non avrebbero dovuto dichiarare il loro vero nome ma bensi’ quello assegnato dalla Legione.
 
Chianese, sapra’ solo al suo ritorno in Italia che i colleghi catturati davano la loro reale identita’, mentre lui, attenendosi alle istruzioni ricevute dai superiori, in tutti gli interrogatori continua a dichiarare di chiamarsi “Giglio” e di essere appena giunto in Spagna.
  
Tre mesi prima dell’arrivo in Spagna di Chianese, il ten. Monico era stato trucidato proprio per non aver “collaborato” durante la prigionia. Duma narra cosi’ questo triste episodio …

da “Quelli del cavallino rampante” di Antonio Duma

……….Il 4 settembre(1936) MONICO, in pattuglia col sergente CASTELLANI, dopo aver portato a termine una rischiosa missione nel cielo di Madrid, sulla via del ritorno viene sorpreso da tre Dewoitine nel cielo di Talavera. Quando se ne accorge li ha già in coda, e’ troppo tardi. Benche’ al limite dell’autonomia accetta l’impari lotta. Il suo gregario con il velivolo colpito in piu’ parti vitali prende terra miracolosamente e viene salvato dai soldati regolari. Monico ha l’apparecchio in fiamme e non puo’ fare altro che affidarsi al paracadute. E’ in territorio nemico e appena tocca terra viene catturato. Sottoposto a interrogatorio dichiara con fierezza la propria nazionalità, rifiutandosi di dare ogni altra notizia sui piloti italiani e sulle forze da caccia dell’Aviazione Legionaria.Per il suo superbo contegno MONICO cade vittima del nemico ed e’ il primo generoso sangue italiano che arrossa il suolo di Spagna. 
E’ il primo pilota che cade ed e’ del Quarto. MONICO, esperto ed abile cacciatore, non ebbe ii tempo di diventare un asso, ne’ di cogliere una vittoria aerea individuale. Per il sublime spirito di sacrificio e la poetica purezza della sua azione, i compagni della 1a Squadriglia portarono il nome di MONICO dipinto in nero sulle fusoliere e lo ricordarono con l’appellativo di “angelo della caccia”. Alla sua memoria sara’ poi concessa la medaglia d’oro al valor militare………..  
  

Durante le loro “libere uscite” i piloti italiani frequentavano le ragazze del posto, alcune delle quali dall’aspetto conturbante erano spie dei repubblicani ed a questi fornivano informazioni sull’identita’ dei piloti  
Mentre era ancora nella “caserma”, durante uno dei frequenti interrogatori a cui veniva sottoposto, all’atto di sottoscrivere il verbale, Chianese firma con il suo vero nome e non con quello attribuitogli dalla Legione (Giglio) e cosi’ tradisce la sua vera identita’.  
Il fatto di aver dichiarato un falso nome e di non aver “collaborato” e’ sufficiente per condannarlo a morte, senza processo e senza che l’interessato fosse messo al corrente.  
Una sera, quando era gia’ al “Carcel Modelo”, chiede una sigaretta ad una guardia carceraria che sta passando vicino alla finestra della cella e questa gli confida imbarazzata che per il giorno dopo alle sei di mattina e’ stata comandata di guardia. Il che’ nel linguaggio carcerario vuol dire che era stata fissata l’esecuzione. Naturalmente passa la notte insonne e poco prima delle sei sente la guardia avvicinarsi alla cella, girare la chiave nella toppa ma la porta non si apre. Sente che vengono aperte altre celle e diversi prigionieri spagnoli spinti fuori tra grida strazianti e fatti salire su un autocarro militare. Passano dei minuti terribili poiche’ si aspetta che le guardie tornino con la chiave giusta, ma nulla accade e l’autocarro parte con il misero carico umano.  
Dopo circa due ore l’autocarro torna vuoto ed immagina che la guardia che gli aveva preannunciato la sua esecuzione capitale gli abbia giocato uno scherzo di cattivo gusto.  
Il 20 luglio 1937 viene chiamato con altri tre piloti italiani rinchiusi nel carcere, sono il s.ten. CENNI, il s.ten. PESCE e l’amico serg. BANDINI. Le chiamate erano sempre motivo di apprensione ma questa volta un tenente spagnolo li conduce al porto e consegna alla Croce Rossa Internazionale. Questo voleva dire la liberta’. La nave ospedale inglese “MAINE” approda a Marsiglia dove li riceve il maggiore Tarcisio FAGNANI che conosce tutti e quattro e che puo’ conseguentemente confermarne l’identita’ alle autorita’ italiane.Il maggiore e’ il Comandante di Squadriglia che a Torrijos aveva “punito” Chianese per aver ribattuto alle accuse del ten. LARSIMONT che lo accusava di aver utilizzato e danneggiato il “suo” velivolo per una partenza su allarme.  
L’accoglienza e’ calorosa ed e’ anche occasione per festeggiare la liberazione in un ristorante francese. Da Marsiglia il viaggio continua per Roma dove il gruppo di “reduci” viene ospitato nel suntuoso albergo “Azeglio”, vicino alla Stazione Termini ed al Ministero dell’Aeronautica.  
Chianese, dopo un breve permesso per visitare la famiglia a Napoli e consegnare una lettera alla moglie del maggiore dell’Esercito che era “sicuro” di essere prescelto per lo scambio di prigionieri, resta a disposizione del Ministero a Roma per gli interrogatori di rito. Prima di rientrare a Gorizia viene ricevuto da MUSSOLINI insieme a CENNI, PESCE e BANDINI. Il Duce si congratula con loro, gli consegna una foto con autografo e si rivolge al generale VALLE dicendogli di proporre i quattro piloti per la Medaglia d’Argento al Valore Militare.  
Diverso tempo dopo il collega CORSI, al rientro dalla prigionia in Spagna, consegna a Chianese uno dei volantini che erano stati lanciati dopo la sua cattura e che aveva custodito con cura. Racconta inoltre che un alto funzionario della Croce Rossa Internazionale gli ha confidato di esser riuscito a salvare poche ore prima della fucilazione(!) un certo Chianese, pilota della Chucaracha. Dopo lunghe trattative tramite la Croce rossa, quattro piloti italiani erano stati scambiati con tre piloti, Giuseppe KRIZAJ, Juan OLMOS GENOVES e Jose’ BASTIDA PORROS.  
Questo pilota, Giuseppe KRIZAJ, nato a Capriva del Carso e residente ad Aidussina (SLO), era compagno di Corso (ASCP) di Chianese e dopo il conseguimento del brevetto di pilota militare non era stato “confermato” e pertanto congedato. L’Aeronautica Militare, come di consueto in questi casi, provvedeva a mantenere valido il brevetto di volo dell’interessato garantendo le ore minime annuali presso gli Aero Club.  
KRIZAJ volava sul AS1 all’Aeroporto di Campoformido ed un giorno, impossessatosi del velivolo della Scuola era fuggito a Lubiana e dopo varie vicessitudini arruolato nelle file dei Repubblicani. 
Poco dopo esser giunto in Spagna viene abbattuto e fatto prigioniero dai Nazionalisti e Chianese, venutone a conoscenza, va a trovarlo nell’ospedale dove era ricoverato. Lo trova ferito ed in stato semi-incoscente e sospetta che sia stato ridotto in quello stato durante gli interrogatori.

tratto da “Italiani nell’Aviazione Repubblicana Spagnola”di Angelo Emiliani – 1980)

Krizaj Giuseppe Nato a Capriva del Carso (GO) il 13-03-1911  
Di origini  e sentimenti sloveni frequenta ambienti vicini all’irredentismo slavo.  
A diciotto anni Giuseppe KRIZAJ chiede ed ottiene di partecipare ai Corsi per Sottufficiali piloti dell’Aeronautica.  
Il 4 dicembre 1929, viene destinato a Capua per iniziare il Corso ed a marzo viene trasferito a Sesto San Giovanni, presso la  Scuola di Pilotaggio della Breda. Consegue il Brevetto di Pilota Militare il 12 luglio 1930 e dalla 2a Squadriglia Allenamento Caccia di Ghedi passa successivamente al 3 Stormo di Bresso con il grado di sergente pilota. 
Consegue le abilitazioni su AC.2, AC.3 e CR.20, effettuando circa 170 ore di volo. 
Nel settembre del 1931, al termine del Corso non viene “raffermato” molto probabilmente per le sue origine slovene e cosi’ torna ad Aidussina presso la sorella Maria. 
Rimane nell’ambiente del Volo tentando di trovare lavoro come pilota ma senza successo.  
L’Aeronautica Militare si fa carico dell’attivita di volo minima per il rinnovo dei brevetti di volo dei piloti congedati facendoli volare presso gli Aero Club.  
Il 25 giugno 1932, KRIZAJ che effettua tale attivita’ presso l’Aero Club di Campoformido, durante un volo d’allenamento con un Fiat AS.1, decide di “fuggire” con l’aereo a Lubiana dove vive la sorella.  
Sorvolata la frontiera, KRIZAJ atterra al limite dell’autonomia sul campo di Siska, presso Lubiana.  
Alle autorita’ yugoslave dichiara prima di aver perso la rotta e poi chiede asilo politico.  
Gli yugoslavi riconsegnano l’aereo poco dopo all’Italia ma non credono alla versione di Krizai che viene sottoposto a molti interrogatori. Alla fine gli viene fissato un domicilio obbligato a Lesnica in Serbia. 
Nel 1933 viene autorizzato a tornare a Lubiana dove trova lavoro come operaio e finalmente nel 1935 i suoi rapporti con le autorità jugoslave sembrano decisamente migliorati e riesce ad entrare come pilota nell’Aviazione Yugoslava a Belgrado conseguendo l’abilitazione sul  ricognitore Potez.  
Nell’agosto del 1936 parte per la Francia per arruolarsi nell’Aviazione Repubblicana Spagnola. Da Barcellona arriva all’aeroporto di Barajas, dove è costituita la Squadriglia “Espana”.  
Viene assegnato al Nieuport 52, caccia di adibito alla dei bombardieri. Partecipa ad azioni su Siguenza, Toledo, Talavera de la Reina.  
L’11 settembre, a Talavera Krizai su Nieuport 52 insieme ad un Dewotìne vengono intercettati da due Fiat CR32 dell’Aviazione Legionaria. 
I due CR32 sono pilotati dal tenente Franceschi e dal sergente Magistrini, compagni di Corso dell’Aeronautica Militare di Krizai. L’aereo di Krizai viene colpito al radiatore e costretto ad un atterraggio di fortuna fra Talavera e Madrid. Krizai esce indenne e subito ritorna nella Squadriglia.  
Il 15 ottobre, Krizay in una missione di scorta con un Dewoìtine D.371, si scontra su San Martin de Valdeiglesias con tre CR.32. e nel combattimento scaturito, l’asso spagnolo Garcia MORATO gli colpisce il serbatoio e l’aereo precipita in fiamme.  
Krizay si lancia col paracadute e finisce nelle linee nemiche. Seppure ferito (tre costole rotte, alcune ustioni), per 24 ore riesce a sfuggire alla ricerca ed infine vinto dalle sofferenze si consegna. 
Viene portato all’ospedale di Talavera dove viene curato e poi nel carcere di Salamanca.  
All’ospedale di Talavera riceve la visita di BONOMI e MUTI. Quest’ultimo che aveva la fama  di non usare modi molto diplomatici, sembra si sia tolto qualche soddisfazione con il Krizay che “allevato” dall’Aeronautica Militare Italiana era poi passato al nemico. 
Il 29 luglio 1937, dopo nove mesi di prigionia, Krizay viene infatti scambiato assieme a due piloti spagnoli, Juan Olmos GENOVES e José BASTIDA PORROS, con i tre piloti legionari catturati il 29 gennaio attorno al Santuario de la Virgen de la Cabeza: CENNI, BANDINI e PESCE ed il pilota catturato il 1 dicembre 1936 a sud di Talavera: CHIANESE. 
Dopo la convalescenza, Krizay entra a Valencia nel “Grupo 71”, dove gli viene affidato il comando della “1a Squadriglia”. Nell’aprile 1938 torna in Jugoslavia e durante la Seconda Guerra Mondiale combatte nell’Aviazione Sovietica. Nel 1945 torna nuovamente in Yugoslavia dove vola con il grado di capitano nella appena costituita Aviazione Yugoslava.  
Muore nel 1948 in un incidente con uno YAK3 dell’ Aviazione Yugoslava. Sollecitato a decollare da LJUBLJANA con un velivolo non adatto al volo strumentale ed in condizioni meteorologiche decisamente sfavorevoli, impatta contro le pendici di un rilievo alto 5900 piedi, monte Nevoso, in prossimita’ di ILIRSKA BISTRICA. Probabilmente stava dirigendo verso il mare tentando di “forare” e portarsi sotto le nubi.

Il tenente CENNI che ha diviso la prigionia con Chianese racconta questa esperienza nel libro di Mattioli.  
CENNI decolla all’alba del 29 dicembre da SEVILLA per una missione in aiuto agli “assediati” del Santuario de la VIRGEN de la CABEZA. La formazione comprende tre S81, tre Ro37 e nove CR32 di scorta. 
Il comando e’ affidato al capitano COLACICCHI. Il comandante della squadriglia dei nove CR32 e’ Armando FRANCOIS. Gli altri piloti sono il ten. Giovanni BERRETTA, s.ten. Giuseppe CENNI (Vittorio STELLA), s.ten. Elio PESCE (Antonio DRAGONI), serg. Mario BANDINI (CORRADETTI o PELO), serg, Mario BERNOCCHI (Edoardo SEMPREBENE), serg. Giacomo TROMBOTTO (EVANGELISTI), serg. Luigi CRIMOLDI, serg. Michelangelo SERAFINI.  
Subito dopo il decollo l’aereo di FRANCOIS ha un’avaria ed e’ costretto a rientrare a TABLADA ed il comando della squadriglia dei CR32 passa a BERRETTA. 
Durante il volo le condizioni meteorologiche in rotta vanno deteriorandosi al punto che tutti i velivoli finiscono dentro i cumuli. In breve la formazione si rompe, perdono l’orientamento ed alcuni CR32 finiscono in vite.  
TROMBOTTO impatta il terreno e muore nei pressi del Santuario in luogo inaccessibile.Il suo corpo verra’ ritrovato diversi anni piu’ tardi. CRIMOLDI tenta un atterraggio di fortuna nel letto di un fiume (Jandula) presso Andujar, entro le linee nazionaliste, ma capotta e muore nell’impatto. BERNOCCHI atterra sulla strada Madrid – Jaen (al km.324) e viene catturato. PESCE e BANDINI (se desviaron hacia Extremadura) effettuano un atterraggio di fortuna e vengono catturati presso a Elechal, nei pressi di Castuera. CENNI si lancia col paracadute ed atterra nei pressi della palude (pantano) di Guadamellato (nord di Cordoba) ma riesce sfuggire agli inseguitori. Viene catturato dopo tre giorni, tradito da alcuni contadini del posto che lo consegnano ai militari repubblicani. Si salvano in tre: FRANCOIS, BERRETTA e SERAFINI.  
Giuseppe CENNI cadra’ eroicamente in azione durante lo sbarco degli Alleati in Calabria il 4 settembre 1943 ai comandi di un RE 2002. Decorato di Medaglia d’Oro al Valore Militare, il 5° Stormo del quale fece parte da comandante del 102° Gruppo portera’ il suo nome.

tratto da “Italiani nell’Aviazione Legionaria in Spagna “di Guido Mattioli – 1937)

La prigionia a Valencia del pilota Cenni 
……… A destra, sotto, s’alza la scia di fumo di un altro apparecchio che precipita.  Cenni lancia raffiche e l’avversario risponde: il duello si prolunga disperato. I due  apparecchi si colpiscono. Ma il motore di Cenni sternuta e l’avvisatore dice che solo per dieci minuti ancora puo’ volare. Una nube lo avvolge; punta sul campo e discende.  Appena toccato terra, il motore si ferma. La benzina e’ finita. Gli apparecchi della  Cucaracha sono tutti disseminati di fori: uno solo ne ha settanta.  
Ed ecco cio’ che narra della sua prigionia fra i rossi.  
<<Il 29 gennaio con quindici apparecchi andiamo a la Virgen de la Cabeza a buttar giu’  viveri e armi.  
Siamo sei caccia. Ci sono dei cumuli, dentro e fuori, perdiamo un po’ di contatto.  Entriamo in una nuvola grigia: non si vede piu’ niente. Non vedo neanche la coda del mio  apparecchio. Sento come un urto, ma non so dove, e l’apparecchio mi perde quota; alzo  gli occhi, vedo due ombre: i miei compagni che non sono piu’ in linea di volo e si  incrociano.  
L’altimetro segna 200 metri, punto i piedi e salto fuori. Sento lo strappo del  paracadute e, subito o quasi, sono con i piedi nell’acqua.  Mi metto a correre fra i sassi di un ruscello. Tutto si e’ svolto in un lampo, avevo  perso la testa. 
Nascondo il paracadute. L’apparecchio brucia, non mi avvicino perche’ le palle  cominciano a scoppiare.  
Sono certo in territorio nemico. Strappo le carte e i denari. Per tre giorni giro su e  giu’ per la montagna sempre in mezzo alle nuvole e alla sterpaglia.  
Vedo dei leprottini, sparo con la pistola, ma piu’ che altro per convincermi che non si  puo’. Al terzo giorno mi vedono e mi prendono. Scappo, ma si fa presto a prendere uno  digiuno. Sono tipi semi selvaggi di cacciatori. Mi portano a Pantano dove bevo un po’ di  latte.  
Arriva un capitano che mi porta ad Anducar; mi offre sigarette.  Qui, il primo interrogatorio. Un maggiore rosso, un capitano francese, e un deputato  socialista che, a differenza degli altri due, vuol prendermi con le buone. 
Ma “yo se’ nada”. Io non so niente. Mi dicono che due aviatori nostri si sono  sfracellati a terra lo stesso giorno della mia caduta. Temo siano i miei gregari. Mi  chiedono quanti chilometri fa il CR32. Io dico 250. Ma loro lo sanno e si arrabbiano.  
Poi mi rinchiudono in uno stanzino e una guardia si diverte a tormentarmi parlando di  fucilazione. 
Dopo qualche giorno, mi portano con una macchina verso Valencia. Ad Albacete restiamo  senza benzina, e l’autista prima si procura un buono e poi la benzina; ma per far questo  c’e’ voluto una giornata e un monte di discussioni. 
In un’osteria ci sono dei russi ubriachi. Il tenente che mi accompagna va in bestia  perche’ i russi stanno solo due o tre giorni al fronte, e poi li mandano indietro.  A Valencia mi mettono in una stanza di un palazzetto. Una guardia apre un uscio e, di la’, seduto che mangia, c’e’ Pesce che era con me nel cielo de la Virgen. Resto di  sasso, la porta si chiude senza che lo abbia chiamato.  
Finalmente riesco a parlargli: grandi meraviglie, e poi mi scrocca una delle poche  sigarette. Ci accordiamo su quello che dobbiamo dire.  Il giorno dopo, all’interrogatorio, chiedono se sono fascista.  Dico di si, e che sono iscritto alla Milizia Universitaria di Parma.  Vogliono sapere tante altre cose, ma “yo no se’ nada”. Quante volte l’ho detto! E loro:  “Usted no tiene cara de tonto, tiene que saver algo” (Tu non hai la faccia da sciocco,  sai dell’altro). 
“Si Ustedes quieren que yo diga mentiras, yo puedo decir si no es la verdad que yo no  se’ nada”.  
“Vuestra vida depiende de vuestras resquesta”. 
Le guardie, con Pesce, mi mettono su un’auto; chiediamo dove ci portano, e loro: “A fare  una passeggiata”.  Qui avrei giurato che ci facevano la pelle. Mi legano le mani con una corda, e si parte.  Invece siamo diretti ad Albacete. Lo scampato pericolo ci ha messo allegria, e troviamo  il governatore, un vecchio mezzo sordo, mica cattivo, che ci fa passare un’ora  divertente. 
Alle sue domande, rispondiamo solo che abbiamo appetito. Finalmente capisce e fa portare  pane con salame. Ma se lo tiene vicino, sembra, per darcelo solo se siamo bravi. Poi,  senza mai spazientirsi, ci rivolge una specie di rimprovero e ci manda via con un panino  per ciascuno. 
Da quel momento, abbiamo passato un mese in una cantina senza mai uscire.  Pesce era in una cella un po’ distante, poi arrivo’ all’improvviso il sergente Pelo  (Mario BANDINI) un altro della Virgen.  Immobilita’ e buio e sempre a pensare. Da un’inferriata vedo i piedi della gente che  passa.  Quante scarpe ho visto in quel mese; piu’ che in tutta la mia vita!. Perche’ delle  persone non appariva altro. La loro personalita’ era concentrata li’. Mi provavo a  ricostruire il resto, oppure dal genere del passo indovinare il sesso e l’eta’. Mi  piaceva che qualcuno si fermasse a discorrere li’ sopra.  
Una volta sono passate due scarpette di vernice coi tacchi altissimi, due caviglie  sottili con calze di lusso: e’ stato un attimo.  
Che impressione! Le ho sognate per una settimana… 
Pelo (Mario BANDINI) dormiva o questionava con le guardie, io cantavo o ero una bestia furibonda e Pesce, piu’ tranquillo, ci calmava.  Abbiamo avuto anche lunghe discussioni di politica con le guardie. I loro argomenti  erano i soliti, quelli della stampa rossa.  Con calma, e senza esagerare, li abbiamo convinti a non credere cosi’ stupidamente, e  alla fine erano perplessi. 
Ho notato che tengono Franco in grande considerazione; infatti, Franco e’ un eroe  nazionale. 
Credo che, dopo la vittoria, il popolo facilmente si convincera’.  
Giunge la notizia della presa di Malaga. Dopo due giorni, i nostri bombardano Albacete;  vedo gli scoppi di due bombe da 250. Pensiamo che, per rappresaglia, i rossi ci facciano  la pelle. Invece, continuano semplicemente a farci saltare qualche pasto. Nella cella  vicina mettono un pazzo criminale che ha ammazzato la moglie e violentata la figlia.  Grida tutto il giorno. 
Il primo di marzo, ancora viaggio a Valencia, ancora interrogatorio; si rinnova  l’impressione della fucilazione.  
Rimaniamo a Valencia al Carcel Modelo. E’ piu’ pulito, c’e’ piu’ luce, ma due mesi in  una celletta sono troppi.  
Ho passato giorni come un pazzo, e questa era la sofferenza maggiore.  Riesco a vedere e comunicare con un altro aviatore (Raffaele CHIANESE) che, avendo un  po’ di soldi, ci manda roba.  Due giornalisti dell’Araldo di Salamanca, fatti prigionieri, ci fanno trovare un pacco  nella cella. 
Si apre il cuore alla speranza quando sappiamo che il generale Aranda ha proposto uno  scambio di prigionieri. Dopo tre mesi di prigionia, non ricordo bene come, ho avuto una camicia, e mi sono  finalmente cambiato.  
Al primo di aprile, faccio lo scherzo del pesce a Pesce. Gli dico che ci lasciano  liberi, quello si mette a cantare, quando ha finito gli comunico la data. E’ diventato  furioso. Passa quasi tutto il mese di aprile senza grandi novita’, eccetto che uno si  
precipita dalla balconata, impazzito. 
Ci portano finalmente in cortile. Qui, conosco tanti personaggi politici, fra cui il  nipote di Franco; molti sono rinchiusi da parecchi anni.  C’e’ un professore cubano senza una gamba, fervente ammiratore del Duce.  Il nuovo carcere e’ un antico convento; parecchi prigionieri sono italiani.  Per un po’ si sta in cella. Dal finestrino, vedo muratori che fanno un muro. Ogni tanto  smettono il lavoro e discutono di politica.  
Lunghe discussioni, intercalate da brevi pause di lavoro. Ho provato a fare un calcolo  del prezzo del muro: una somma enorme!.  La cosa che piu’ mi ha impressionato, durante la prigionia, sulle abitudini dei rossi,  e’ proprio questa mania di discutere.  
La prigionia si e’ fatta meno dura quando ci hanno lasciati insieme. Ce n’erano di tutti  i fronti e di tutte le armi. Nei tre mesi di permanenza, ce ne siamo raccontate tante  che si potrebbero fare trenta romanzi.  
Un bel giorno mi hanno chiamato con altri aviatori (PESCE, BANDINI e CHIANESE).  Le chiamate erano sempre motivo di apprensione. Un tenente ci ha condotti al porto e  consegnati alla Croce Rossa Internazionale. Questo voleva dire la liberta’. 
La nave inglese Maine ci ha portati a Marsiglia, e, di li’, siamo venuti a rifarci le  ossa in Italia.>>

tratto da Jesus Salas LARRAZABAL “Guerra aerea 36/39” tomo 1 pag. 220

Los combates terrestres  en las proximidades de  Pozuelo y Humera, del 29 de noviembre al 1º de Diciembre, no dieron origen a combates aereos, aunque en un teatro alejado de este sector, el del sur del Tajo, fue sorprendido y derribado el CR32 de CHIANESE, perdiendose a si mismo un Romeo Ro-37 que trataba de localizar al avion y su piloto. Como consecuenciade estos sucesos CHIANESE quedo prisionero y Di MARZIO, el observador del aparato de reconocimiento , muerto.  
El piloto, de este avion fue recuperado ileso, por la columna de falangistas que habia ocupado la famosa colina del sur de Talavera.

Un caro amico di Chianese che si e’ distinto in Spagna e’ DI MONTEGNACCO che al ritorno in Italia perira’ in uncidente di volo durante un allenamento sull’aeroporto di Ronchi dei Legionari. Di seguito e’ riportato il suo diario della Spagna.

Diario di guerra del serg.m. Bruno di Montegnacco

CACERES  
22 settembre 1936 
Pattuglia col capitano DEQUAL (LIMONESI)  e sergente maggiore BUFFALI (GUELLI). Crociera di protezione su Maqueda. Combattimento con tre Loire e quattro Breguet. Il capitano DEQUAL (LIMONESI) abbatte un Breguet e BUFFALI (GUELLI) un Loire. Io attacco un Loire che dopo quindici minuti riesco ad abbattere. Il pilota, asso inglese, colpito in volo, precipita coll’apparecchio a nord. est di Maqueda, sulla strada di Madrid.

TALAVERA DE LA REINA 
25 settembre 1936 
Pattuglia di scorta Junkers su Vilarniel. Formazione composta dal capitano DEQUAL (LIMONESI), sottotenente CENNI (STELLA), sergente magg. PRESEL (SANMARTANO) e da me. Combattimento contro cinque Loire ed un Fury che tentano di attaccare gli Junkers. PRESEL (SANMARTANO) abbatte due Loire. Io abbatto un Loire dopo breve combattimento. L’apparecchio cade imbarcato da circa 2500metri fino a terra. Dopo la caduta, abbassatomi, riesco e scorgere i timoni coi distintivi; l’apparecchio e il pilota (che non aveva potuto lanciarsi col paracadute) quasi completamente interrati.  
Avvistati, subito dopo, tre Breguet, ne mitraglio uno efficacemente e lo seguo mentre fugge verso Toledo lasciando una lunga scia di fumo. Insisto anche nell’ inseguimento degli altri, pur avendo le armi inceppate, riuscendo a metterli in fuga.

TALAVERA DE LA REINA 
21 ottobre 1936  
Pattuglia di protezione sul fronte di lllescas: capitano MORATO,sergente maggiore PRESEL (SANMARTANO) ed io. Attacchiamo tre Loire, uno Spad, un Dewoitine 500e un Fury che scortano un Potez e cinque Breguet. MORATO, per inferiorità di quota viene sopraffatto da un Loire che PRESEL (SANMARTANO) gli toglie di coda e abbatte. Io inseguo lo Spad che raggiungo e mitraglio su Jetafe. L’apparecchio precipita sul Campo stesso. Durante il ritorno verso le linee, raggiungo il Potez che mitraglio efficacemente riuscendo a incendiarne il motore sinistro. Non posso seguirlo nella caduta per accorrere in aiuto dei miei compagni. PRESEL (SAN MARTANO) insegue fino a Madrid il Dewoitine ma è costretto, poi, ad abbandonare per cattivo funzionamento del motore. Il capitano MORATO attacca un Breguet ma non riesce ad abbatterlo, benchè mitragliato efficacemente. Il Potez da me precedentemente mitragliato sganciava le bombe in territorio nemico e veniva poi confermata la sua caduta ad est di Madrid.

TORRIJOS (36) 
16 novembre 1936  
Pattuglia di sette apparecchi comandata dal capitano MORATO. Scorta a cinque Junkers su Madrid. Attacco collettivo a cinque Curtiss che tentano un attacco al nostro bombardamento. Impegno combattimento con un Curtiss che, dopo molto giostrare, riesco ad abbattere e vedo precipitare ad est di Madrid. Vengo attaccato da altri tre Curtiss ma, dopo poco, devo abbandonare il combattimento per la troppo elevata temperatura dell’acqua. Inseguito da uno dei tre, riprenda il combattimento, ma, benchè in condizioni di superiorità, sono impossibilitato a sparare per inceppamento delle armi.

TORRIJOS (36) 
17 novembre 1936  
Pattuglia di sette apparecchi comandata dal capitano SALAS. Scorta a Junkers  S.81 e Ro. 37 su Madrid. Due Rata, con ardita affondata, cercano mitragliare gli Junkers. Li inseguo prevenendo la loro manovra e colpisco il primo, incendiandolo dopo una brevissima raffica: lo vedo precipitare nelle immediate vicinanze di Madrid. PRESEL (SANMARTANO) e SILVINI si lanciano sul secondo, abbattendolo in fiamme dopo breve combattimento.

TORRIJOS (36) 
25 novembre 1936  
Scorta ad apparecchi da bombardamento su Madrid. Impegno combattimento con due Rata che mitragliano gli Junkers. Si danno alla fuga: ne raggiungo uno, ma il parabrise, appannato dall’olio e dalla pioggia, mi ostacola la visibilità e riesce a sfuggirmi.

SEVILLA (TABLADA) 
7 dicembre 1936  
Partenza su allarme per cinque Martin Bomber segnalati su Cordoba e diretti a Siviglia. Dalla quota di 5500 metri scorgo la formazione mentre inizia una virata per prendere la direzione del Campo. Con un’ affondata li raggiungo e scarico una fitta raffica sul secondo gregario di destra. Questi, nonostante un principio d’incendio a bordo, segue i compagni fino allo sgancio delle bombe. Quindi, staccatosi leggermente dalla formazione, veniva ad offrirmi un altra volta bersaglio, sicché potevo, con facilità, incendiario definitivamente. Cadeva a Castelblanco: l’equipaggio privo di paracadute, rimaneva carbonizzato a bordo.

TORRIJOS (37) 
13 febbraio 1937  
Combattimento di Gruppo. Scorta ad apparecchi Junkers e Ro. 37 su Morata del Tajuna. Impegnato combattimento con un forte nucleo di apparecchi nemici, riesco a disimpegnare un Fiat preso in coda da un Rata che inseguo e abbatto. Nella mischia, mitraglio efficacemente altri due Rata ma senza poterne controllare l’effetto per la necessità di intervenire in favore di questo o quello dei compagni duramente impegnati. Il combattimento, contro il nemico assai superiore di numero, durava circa 20 minuti e da terra veniva controllato l’abbattimento di quattro caccia rossi. Purtroppo è risultato abbattuto il capitano LODI.

TORRIJOS (37) 
18 febbraio 1937  
Combattimento di venticinque Fiat contro una trentina di apparecchi rossi, tra Rata e Curtiss. Riesco a liberare un Fiat da un Rata: vengo attaccato, alla mia volta, da due Rata che metto in fuga, abbattendone uno in fiamme. Ripresa quota per intervenire in aiuto di un Fiat, mi si presenta l’occasione di attaccare di fronte un altro Rata che abbatto. Libero ancora un Fiat da un Curtiss. Attaccato da due Rata sono costretto a fuggire per inferiorità di quota. Il combattimento è durato 15minuti.

EL BURGO DE OSMA 
20 marzo 1937  
Sono in pattuglia col capitano VIOLA, ASCARINI,GIANNOTTI. Crociera sul fronte di Almadrones. Scorti due Curtiss sotto di noi, ne attacco uno che, dopo qualche tentativo di sfuggirmi, riesco ad abbattere in fiamme; il pilota, messicano, prendeva terra col paracadute, in territorio nazionale. L’altro Curtiss veniva abbattuto dal capitano VIOLA in cooperazione con altri due gregari.

VICTORIA  
15 aprile 1937  
Crociera di protezione sul fronte di Ochandiano. Pattuglia formata dal capitano VIOLA, COSTANTINI, COMELLI e da me. Su Villareal un Curtiss riesce a sfuggire all’attacco del Comandante che gli si era portato vicinissimo. Lo attacco di sorpresa mentre usciva da una nube e lo incendio. Il pilota, che non aveva potuto lanciarsi col paracadute perchè colpito alla testa e in diverse parti del corpo, precipita presso Villareal. Il Comandante non aveva insistito nel combattimento avendolo ritenuto un apparecchio Nazionale, data la località su cui si svolgeva il combattimento, vicinissimo a Victoria.

VICTORIA  
24 maggio 1937  
In seguito ad informazioni che assicurano l’esistenza di appareccchi nemici sul campo di Sondica, parto col capitano VIOLA e ASCARINI. Abbassatici sull’ obbiettivo, riesco a individuare un apparecchio nascosto sotto gli alberi: lascio la pattuglia e scendo a mitragliarlo senza però riuscire a incendiarlo nonostante la lunga raffica. Ritengo, però, si trattasse di un apparecchio da turismo.

VICTORIA  
05 giugno 1937  
Scorta ad apparecchi Junkers su Lemona. Terminata la scorta la pattuglia, formata dal capitano VIOLA, tenente RICCI, ASCARINI, PRESEL (SANMARTANO) e da me, si porta su Bilbao per una ricognizione sul campo di Somorostro. Avvistiamo alcuni Curtiss in partenza dal campo stesso. PRESEL (SANMARTANO) si abbassa e, scortine altri a terra, scende a mitragliarli seguito da me e, poi, da tutta la formazione. Riuscito a incendiarne uno a terra vedo, a circa 500metri, due dei Curtiss partiti poco prima. Ripresa quota, li attacco e ne abbatto uno che cade presso Castro Urdiales. PRESEL (SANMARTANO), invece, assalito di sorpresa da altri Curtiss, ed evidentemente ferito, non riusciva più a comandare l’apparecchio che cadeva in vite e si infilava in mare. Sei apparecchi e vari automezzi venivano incendiati durante questa incursione.

AVILA

18 luglio 1937  
Crociera di protezione al bombardamento sul fronte di Brunete-Valdemorillo. Formazione di Gruppo. Attacco collettivo a bombardamento nemico (Praga). Avvisto tre Rata che ci puntano dall’alto; cerco ostacolarne l’azione lanciandomi contro di essi. Ne abbatto uno e ne metto in fuga un altro. Il terzo, con un rovesciamento, raggiunge il tenente RICCI e lo colpisce con una pallottola che, per fortuna, si limita a forare il paracadute. Riprendo combattimento con altri Rata e ne abbatto uno che non riesco a seguire fino a terra perché vengo attaccato, a mia volta, da due Curtiss che mi costringono alla fuga. Il mio primo apparecchio precipitava ad est di Valdemorillo; il secondo poco distante dal primo.

AVILA  
26 luglio 1937  
Crociera protettiva in favore del bombardamento sul fronte di Valdemorillo – Quijorna. Avvistati tre Martin Bomber. Il tenente RICCI e PONGILUPPI si dispongono all’ attacco. Io desisto perché vedo una quindicina di Curtiss, a quota superiore. Li raggiungo ma devo subito buttarmi in candela perché sopraffatto dal numero. Ripresa quota, li seguo ancora, fino sulla verticale del Lago Castillo, dove riesco ad attaccarne uno a 4000 metri e lo abbatto senza riuscire od incendiario. Precipita ad est del Lago.

… obsolescent Ni-H.52s suffered particularly harsh (severe) losses at the hands of the clearly superior CR.32. For example, on 11 September no fewer than five Nieuport-Hispano sesquiplane fighters were destroyed during three aerial combats that were fought close to (by) Talavera. British pilots Brian Griffin and Claude Warsow of the Escuadra Internacional were both killed after being shot down by Patriarcain the morning and Magistrini in the afternoon, respectively. That same morning French pilots Capt Jean Labitte and Sgt Abel Guidez, who had enrolled in the Escuadra Espana from the reserve corps of the  Armée de l’Air, were shot down by Chianese and Garcia Morato. Both pilots survived to return to their unit. Finally, Spaniard Sgt  Jesùs Garcia Herguido was shot down by Buffali. Although wounded in the engagement, he also managed to return to Republican territory. Two days later two more Ni-H.52s fell to the guns of CR.32s over Talavera. Spaniards Ercilla and Colom lost their lives duelling with Italians Baschirottoand Patriarca (who had dual Italian/American citizenship), although the latter was forced to take to his parachute after he collided with Ercilla’s fighter. Patriarca was captured and later released following the intervention of the US State Department. His fighter was the only CR.32 lost in combat in September – October 1936 a period during which dozens of victories were attributed tu the 20 Italian and three Spanish Fiat fighter pilots. A second CR32 was lost following an action on  16 September, although it was not shot down. Sottotenente Franceschi became disorientated whilst fighting Republican aircraft and landed in enemy territory close to Don Benito, in Extremadura. He was killed a short while later in a shoot out with a militia patrol.  Franceschi’s CR32 was captured intact, and after being thoroughly evaluated by the Republicans, it was lost in a landing incident at Los Alcazares airport, near Cartagena, in November. Aside from those aircraft shot down, a handful of Ni-H.52s were also destroyed on the ground as well during strafing attacks by CR.32s in Andalusia. As the number of Nieupurt – Hispanos dwindled, more modern French fighters such as the parasol monoplane Dewoitine D.372 and gull-winged Loire 46 C1 appeared over Spain. Yet despite being fitted with powerful air-cooled radial engines that gave them a higher rate of climb than the CR32, they too were shot down in significant numbers by the Fiat fighters. On 16 September, for example, Chianese downed a D.372 near

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Photo 17a: Sergente pilota Raffaele Chianese from 4° Stormo Caccia was assigned to 2a Escuadrilla de Caza del Tercio, and he shot down three enemy aircraft in September 1936. The first of these fell on the llth when the Ni-D.52 flown by French pilot Jean Labitte from Escuadra Espana crash-landed near Talavera de la Reina. Five days later a D.372 flown by British pilot Keith Lindsay from the Escuadra lnternacional crash-landed after being wounded by  Chianese. A short while later during the same sortie the Italian pilot downed a militarised, red-painted. Miles M 2 two-seat single-engined monoplane that was being used as a makeshift reconnaissance aircraft, both crewmembers were killed. On 30 November Chianese’s CR.32 burst into flames during a strafing attack and he was forced to take to his parachute over Republican territory. He was soon captured, and remained a PoW until being freed in a prisoner exchange in JuIy 1937. After long service during World War 2 and post-war as a flying instructor, Chianese, who turned 100 in 2010, is one of the last surviving ltalian fighter pilots from the war in Spain.