Grosseto 2003

Da: Rivista Aeronautica n. 3/2003 39
La squadra di uomini armati avanza in fila Indiana sullo spiazzo erboso, hanno i volti dipinti, indossano elmetti in kevlar, combat vest, protezioni per gomiti e ginocchia e sulle spalle portano uno zaino tattico. Pochi metri, poi ad un cenno del capo squadra gli uomini si arrestano e si accovacciano, puntano le armi, sfalsate, sui fianchi della formazione e ciascuno controlla il settore di competenza. Tutt’intorno e silenzio. 
Poco distante, raggruppati su un terrapieno, sferzati dal vento pungente della mattina, un altro gruppo di uomini in uniforme osserva i movimenti del-la squadra, mentre il ronzio di un eli-cottero in avvicinamento riempie pro-gressivamente 1’aria. Sono le fasi iniziali dell’esercitazione “Centauro” II, a Grosseto, sede del 4° Stormo, e gli uomini in attesa sul terrapieno sono gli osservatori giunti da tut-ti i Comandi della Divisione Aerea Caccia Intercettori. L’esercitazione appena iniziata rientra nel quadro delle attivita d’addestramento che la Divisione svolge presso tutti i reparti dipendenti, allo scopo di verificare i livelli di preparazione e consentire un proficuo scambio d’idee tra i responsabili delle articolazioni deputate alia difesa delle rispettive installazioni. In tale contesto, la “Centauro” II (che prende il nome dal distintivo del Gruppo Difesa del 4° Stormo) e’ stata pianificata con l’ulteriore obiettivo di contribuire alia definizione delle esigenze addestrative e didattiche nell’ambito dell’attivita’ Sopravvivenza Operativa e della Protezione delle Forze (STO/FP, Survive To Operate/Force Protection). Per questo motivo a Grosseto sono presenti anche rappresentanti del Comando della Squadra Aerea e del Comando Generate delle Scuole. II programma delle esercitazioni collettive di reparto della Divisione Aerea Caccia Intercettori e’ strutturato in modo da coinvolgere tutti gli aspetti della Difesa Locale e ogni Reparto, nel corso dell’anno, deve misurarsi con una situazione diversa. Nel case specifico, i “Centauri” del 4° Stormo fronteggeranno un attacco terroristico contro un convoglio impegnato nel trasporto di materiale sensibile e, data la situazione internazionale e l’attualita della minaccia chimica, dovranno anche dimostrare le capacita di difesa NBC (Nucleare Biologico Chimico). Nel frattempo 1’esercitazione sta entrando nel vivo. II ronzio dell’elicot-tero e diventato il vorticoso “flappeg-gio” di un AB.212 della 604a Squadriglia Collegamenti e Soccorso ormai prossimo all’atterraggio. L’elicottero tocca terra “razzolando” ad alcuni metri dalla squadra accovacciata in attesa. II portellone sul lato destro si apre simultaneamente all’arresto dell’elicottero e lo specialista a bordo segnala il via libera all’imbarco. Uno a uno, regolarmente intervallati, gli uomini scattano in avanti, raggiungono l’elicottero correndo incontro al vortice provocato dalle pale, ed aiutandosi l’un I’altro salgono rapidamente occupando lo spazio disponibile. Tutto dura pochi secondi, il portellone e’ gia stato richiuso e, ricevuto il segnale concordato, il “212”e’ di nuovo in volo. Le fasi dell’esercitazione si susseguono e, immediatamente dopo un passaggio a bassa quota dell’elicottero, entra in scena il convoglio. L’AB.212 tornera’ sbarcando la squadra piu tardi, dopo l’attacco dei “terroristi”, interpretati da personale di altri gruppi difesa della Divisione Aerea Caccia Intercettori. Scortati anche dai Carabinieri A.M. del 4″ Stormo, gli automezzi del convoglio procedono lentamente, distanziati e sfalsati, gli uomini sui veicoli sono attenti, sanno che saranno attaccati, ma non sanno dove, ne quando. L’esercitazione prosegue, il convoglio e’ fatto segno di colpi di armi automatiche, i veicoli si disperdono, si fermano, il personale si butta a terra e comincia a rispondere al fuoco. Dopo la sopresa iniziale, gli uomini della scorta si organizzano per coordinare la reazione. Essendo impossibile tentare qualsiasi manovra evasiva, e’ necessario tenere la posizione in attesa dei soccorsi. Poche, rapide comunicazioni via radio, e il “212” torna a farsi sentire. II pilota manovra basso sul terreno, sfruttando l’orografia e l’ambiente come riparo. Tutti, osservatori e responsabili dell’esercitazione, trattengono il fiato mentre la silhouette dell’elicottero scompare dietro un terrapieno. Poi lentamente torna a essere visibile e si arresta in hovering a circa un metro da terra. II portellone scorre indietro e gli uomini saltano giu veloci. Corrono … tre… sette..otto. Ci sono tutti in attesa di un segnale del capo squ adra. L’elicottero, intanto, prende nuovamente quota. Lo sviluppo dell’esercitazione e’ ora rapidissimo, i “Centauri” si muovono sul terreno, si coprono reciprocamente, gli ordini sono scambiati tramite segni convenzionali, nessuno parla, le comunicazioni radio sono ridotte al minimo. II lancio di alcuni nebbiogeni copre gli spostamenti mentre gli uomini di scorta al convoglio e quelli della squadra eliportata operano in sincronia, neutralizzando in breve gli assaliotori. Le attivita’ in ambiente contaminato,  che  seguono la fase di difesa attiva, sono condotte da alcune cellule delle organizzazioni NEC, EOD/EOR del 4°Stormo, fatte affluire sulla zona insieme al personale del servizio sanitario, che si predispone per prestare i soccorsi necessari ai feriti e a quelli colpiti da aggressivi chimici. 
La parte operativa della “Centauro”II volge ormai al termine, ma gli osservatori e la direzione dell’esercitazione gia’ pensano al debriefing di questo pomeriggio. Per quanto semplice nelle linee di svolgimento,  la “Centauro” II ha posto l’accento sulla complessita delle operazioni legate alla sopravvivenza e alla protezione delle forze, specie in scenari multiformi, caratterizzati da una minaccia altamente imprevedibile. In tali articolati contesti, il compito degli uomini cui e’ direttamente deputata la sicurezza delle installazioni A.M. assume particolare rilevanza, ulteriormente accentuata sia dagli impegni assunti dall’Italia in campo internazionale, sia del patrimonio umano e tecnico di cui di cui l’Aeronautica e’ responsabile. L’organizzazione STO/FP della Forza Armata e’ pertanto in costante evoluzione, e a Grosseto se ne e’ avuta ulteriore dimostrazione. La possibilita di disporre di personalr volontario per soddisfare le esigenze legate alla difesa e alla sicurezza delle  basi e’ sicuramente un fattore di primaria importanza, ma il vero moltiplicatore delle forze sono e saranno programmi e iter addestrativi sempre piu’ al passo con le esigenze di un settore in continuo divenire. Al 4° Stormo, i due volti della stessa realta’ si sono confrontati e da questo momento i risultati non potranno che migliorare.