Tullio Crali nasce in Montenegro, dove il padre lavora temporaneamente. Vive a Zara fino al 1922, quando con la famiglia si trasferisce a Gorizia.
A Gorizia scopre il futurismo a quindici anni mentre è studente all’istituto tecnico.
Nel 1928 vola per la prima volta e l’anno successivo si mette in contatto con Filippo Tommaso Marinetti entrando ufficialmente nel movimento futurista.
Nello stesso anno venne inaugurata l’aeropittura attraverso il Manifesto dell’Aeropittura, redatto da Marinetti, Balla, Depero,Prampolini, Dottori, Cappa, Colombo, Sansoni e Somenzi pubblicato nell’articolo Prospettive di volo. Nel manifesto viene riportato che «Le prospettive mutevoli del volo costituiscono una realtà assolutamente nuova e che nulla ha di comune con la realtà tradizionalmente costituita dalle prospettive terrestri»
inoltre…
«Dipingere dall’alto questa nuova realtà impone un disprezzo profondo per il dettaglio e una necessità di sintetizzare e trasfigurare tutto».
Dopo le prime mostre in Italia, Marinetti nel 1932 lo invita ad esporre a Parigi, nella prima mostra di aeropittori italiani.
Finita la seconda guerra mondiale Crali si trasferisce a Torino, poi a Parigi (1950-1958), poi ancora al Cairo (1962-1966) dove insegna alla scuola d’arte italiana. Dal 1966 fino alla morte vive a Milano.
Il suo lavoro più noto, Incuneandosi nell’abitato (1939), mostra un tuffo aereo dal punto di vista del pilota, con gli edifici sottostanti rappresentati in una prospettiva vertiginosa.
Nel 1986 il pittore rende omaggio con un dipinto ad E. Botto, P. Maddalena e ai piloti del 4°Stormo.